Raccontare per ricordare e ricordare per non dimenticare è stato il filo conduttore della mattinata organizzata dal Dipartimento istruzione e cultura della Provincia autonoma di Trento con la Consulta Provinciale degli Studenti per celebrare il Giorno del Ricordo. “Abbiamo organizzato questa giornata alla presenza di studiosi e testimoni – ha esordito all’apertura dei lavori l’assessore all’istruzione, cultura e università Mirko Bisesti – per approfondire con scrupolo e serietà una delle pagine più dolorose del nostro dopoguerra. Ringrazio i preziosi testimoni che mettono a disposizione di tutti noi le riflessioni di chi ha vissuto in prima persona il periodo storico del secondo dopoguerra sul fronte orientale. A voi ragazzi il ruolo di contribuire a diffondere questi fatti, affinché il ricordo non sia relegato alla semplice ricorrenza di un giorno del calendario. Approfondire la storia ha infatti anche lo scopo di riconoscere gli errori del passato per evitare che abbiano a ripetersi in futuro”.
Memoria, sofferenza, pudore, ma anche dignità, rispetto per gli altri e ricostruzione sono queste le parole emerse dalle preziose testimonianze di Loretta Durin, esodata all’età di nove anni e da Roberto de Bernardis, Presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia del Trentino e figlio di esuli istriani.
Loretta Durin, nata a Pola nel 1938, ha ripercorso con lucidità e schiettezza gli anni della sua infanzia, durante i quali, assieme alla sua famiglia, ha dovuto abbandonare la sua città natale per intraprendere un lungo e doloroso percorso di sradicamento che si è concluso con l’insediamento della famiglia Durin nella città di Trento. Nel suo racconto sono emersi sentimenti di dolore, di tristezza e di nostalgia, ma mai di rancore. La testimone ha fornito agli studenti presenti in sala numerosi spunti di riflessione sottolineando l’importanza dei legami familiari, della consapevolezza delle proprie origini e della volontà di costruirsi un proprio destino con dignità e con curiosità nei confronti di ciò che non conosciamo, ribadendo ancora una volta l’importanza dello studio e della formazione individuale.
Roberto de Bernardis Presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia del Trentino, ha a sua volta portato la testimonianza della sua famiglia, ripercorrendo i fatti sia dal punto di vista storico che emotivo. Ha fornito importanti riflessioni sulle conseguenze, non solo immediate, causate dalle guerre e sulla pericolosità dei regimi totalitari che annientano l’importanza della persona.
In chiusura di mattinata, dopo il saluto agli studenti della Sovrintendente scolastica Viviana Sbardella, è intervenuto il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi che ha voluto ricordare il valore dell’arrivo della comunità istriana, dalmata e giuliana in Trentino. Ha ricordato le prerogative della nostra regione vocata, per la storia che la caratterizza, a riconoscere e valorizzare la pluralità delle culture. “Ricordare e approfondire gli avvenimenti del dopoguerra sul confine orientale – ha detto Ferrandi – rappresenta una sorta di risarcimento morale che noi tutti dobbiamo alle migliaia di persone coinvolte in questi tristissimi avvenimenti”.