L’idea di base è semplice ma potenzialmente molto efficace: coinvolgere i giovani appartenenti alle comunità ladina, mòchena e cimbra in strategie di comunicazione a loro indirizzate, considerato che la loro fascia di età non viene intercettata da canali tradizionali quali la televisione o la stampa.
La proposta del Servizio Minoranze linguistiche della Provincia autonoma di Trento si è concretizzata il 7 ottobre scorso nell’organizzazione di un laboratorio informale all’interno del quale i ragazzi, sotto la guida del formatore e facilitatore Rocco Scolozzi dell’Università di Trento, hanno potuto riflettere sulla propria identità, sul cosa significhi oggi appartenere a una comunità di minoranza e sul valore intrinseco della propria lingua madre.
Nel pomeriggio di ieri, presso il Palazzo della Provincia a Trento, i giovani ladini, mòcheni e cimbri hanno presentato le loro proposte ad autorità di settore e rappresentanti del mondo della scuola e della Pubblica Amministrazione.
Dopo un momento introduttivo nel quale la dirigente del Servizio Minoranze linguistiche Elisabetta Sovilla e il facilitatore Rocco Scolozzi hanno presentato l’idea alla base del progetto e il metodo utilizzato per stimolare la creatività dei ragazzi, la parola è passata proprio a loro, un gruppo di giovani ladini, mòcheni e cimbri che nel primo incontro di ottobre avevano accolto la sfida di partecipare alla co-creazione di strategie di comunicazione destinate ai giovani, che fossero allineate alle percezioni, bisogni e attese dei giovani stessi.
Secondo il metodo denominato “visioning” che prevede un’attività di visualizzazione di futuri possibili e collettivamente desiderabili, ai partecipanti era stato chiesto di immaginare che “la comunicazione ideata nel 2024, dopo 5 anni di lodevoli iniziative, abbia portato a dei risultati talmente rilevanti da meritare il Premio Pan-alpino 2030 per la Cooperazione Interlinguistica”.
Le loro idee si sono concretizzate in tre proposte progettuali che già nel titolo manifestano la sensibilità e l’energia creativa dei gruppi di lavoro: “Ponte-Bridge”, per un ponte intergenerazionale e tra realtà di minoranza e non, “Cunst-C1st” (un gioco di parole tra la parola ladina “bravura” e la parola tedesca “Kunst – Arte”) con proposte di produzione innovativa nei vari settori artistici e culturali, e infine “Nos Drai J” (parole significative per le tre lingue, accomunate anche dalla lettera “J” presente nella parola “giovani”) nello spirito di una collaborazione interlinguistica per la costruzione di una comunità virtuale che possa coinvolgere anche coloro che risiedono altrove.
Qualsiasi sarà lo sviluppo di questa iniziativa, uno degli obiettivi che si proponeva è già stato raggiunto: stimolare l’aggregazione tra i ragazzi dei diversi territori di minoranza linguistica storica del Trentino e renderli consapevoli del valore aggiunto che caratterizza l’appartenenza a queste comunità, così da trasformarli in veri e propri ambasciatori della propria lingua e cultura locale.