Giovanni Toti in attesa della decisione del Tribunale del Riesame. Avverte che ‘non si ricandiderà’

Il tribunale del Riesame, lunedì 8 luglio, ha  valutato  la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Giovanni Toti, il presidente della Liguria arrestato per corruzione. L’udienza, durata circa 90 minuti, ha visto un acceso confronto tra difesa e accusa.

I giudici del Riesame hanno deciso di riservarsi la decisione, che sarà comunicata nei prossimi giorni, se il presidente, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso, potrà essere liberato o dovrà rimanere nel comune di Ameglia.

L’avvocato di Toti, Stefano Savi, ha sostenuto che non esistono più le condizioni per mantenere la misura cautelare dei domiciliari. Savi ha proposto come soluzione alternativa l’obbligo di dimora ad Ameglia o il divieto di dimora a Genova, specificando che qualsiasi attenuazione delle misure comporterebbe la sospensione secondo la legge Severino.

“Ho ribadito le richieste di questa difesa perché per noi non sussistono più i requisiti di questa misura o, quanto meno, lo sono adesso in forma attenuata. La Procura ha insistito nella sua posizione e cioè che il governatore deve rimanere ai domiciliari”.

Savi ha argomentato che il tempo necessario per sentire i testimoni è stato già concesso e che non è sufficiente presumere futuri comportamenti scorretti. “Non è sufficiente presumere che potrebbero verificarsi futuri comportamenti scorretti, specialmente considerando che il presidente ha sempre mantenuto un comportamento esemplare”.

L’avvocato ha anche anticipato di aver chiesto un parere ad hoc al presidente emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, per supportare le proprie tesi. Nella nota stampa, Savi ha illustrato una serie di misure alternative che, a suo avviso, sarebbero più appropriate. Tra queste, come anticipato poc’anzi, la revoca totale degli arresti domiciliari, il divieto di dimora a Genova, che comporterebbe la sospensione dall’incarico istituzionale di Presidente, e l’obbligo di dimora nel Comune o Provincia di residenza, che permetterebbe un controllo efficace del Giudice su ogni spostamento.

Savi ha inoltre sottolineato che il rischio di reiterazione del reato è stato notevolmente ridotto grazie a recenti sviluppi, come il commissariamento del Porto di Genova e la conclusione delle pratiche relative all’apertura di un nuovo store Esselunga, decise senza la presenza di Toti.

Secondo Savi, il rischio di inquinamento probatorio, se appariva improbabile dopo quattro anni di inchiesta il 7 maggio scorso, quando la misura cautelare ha avuto inizio, oggi, dopo due mesi di arresti, appare insostenibile. Il legale ha infine ricordato che il Presidente Toti si asterrà da comportamenti analoghi almeno fino alla pronuncia dei giudici di merito, per tutelare sé stesso da nuove accuse facilmente riscontrabili agli inquirenti.

La Procura, rappresentata dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, ha parlato invece della necessità di mantenere gli arresti domiciliari per Giovanni Toti. Secondo l’accusa, il rischio di inquinamento probatorio o di reiterazione del reato è ancora presente. In particolare, Toti potrebbe influenzare funzionari e dipendenti regionali, potenziali testimoni dell’inchiesta.

Un ulteriore sviluppo è stato annunciato da Savi dopo l’udienza. Giovanni Toti non si candiderà alle prossime elezioni regionali. Questa decisione mira a ridurre ulteriori preoccupazioni per la Procura riguardo l’influenza politica che Toti potrebbe esercitare durante il periodo di indagine.

“La Procura chiede che Toti rimanga ai domiciliari. Ha richiamato infatti il rischio di reiterazione e ha detto che ha bisogno di ancora un po’ di tempo per individuare ulteriori soggetti da sentire”, ha spiegato il legale difensore del governatore al termine dell’udienza. Toti è sospeso dal suo incarico proprio in ragione della misura restrittiva e le sue funzioni sono svolte dal vicegovernatore, quindi la Regione sta lavorando comunque al massimo delle sue funzioni. Un dettaglio che il legale ci ha tenuto a sottolineare, spiegando che anche nel caso in cui il tribunale del Riesame accogliesse il ricorso per la revoca degli arresti domiciliari, Toti, rimarrebbe comunque sospeso dalla sua carica di governatore in ragione dell’applicazione della legge Severino.

“L’articolo 8 comma 2 della legge Severino dice che sarebbe comunque sospeso”, ha spiegato il legale, secondo il quale oltre due mesi di custodia cautelare sono “una misura oltremodo afflittiva e non necessaria per la tutela dell’inchiesta, nei confronti di un Governatore che, è bene ricordarlo, non è accusato di aver intascato nè un euro nè una utilità personale”. In alternativa alla detenzione domiciliare, ha aggiunto Savi, “abbiamo proposto al Tribunale stesso una serie di misure che riterremmo maggiormente coerenti con i dati di fatto e di diritto. A partire, ovviamente, da quella che riteniamo più confacente, la totale revoca degli arresti domiciliari, ma anche altre, in grado di equilibrare in qualche modo le esigenze politiche, istituzionali e personali con quelle dell’inchiesta”.

Inoltre, come detto,  l’avvocato del governatore ha anche annunciato la decisione del suo assistito di non presentarsi alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale. Pertanto, spiega Savi in una nota, queste elezioni “non possono ritenersi rischio nè attuale, visto la distanza di un anno e tre mesi dalla loro celebrazione, né concreto, visto che il Presidente non parteciperà”. Ora non resta che attendere le decisioni del tribunale per capire se accoglierà la richiesta della Procura di lasciare il governatore ai domiciliari o quella della difesa di assegnare misure alternative.

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