Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il 09 febbraio 2021. ANSA/LUCA ZENNARO

Giovanni Toti: ‘L’ospedale Gaslini, fiore all’occhiello della Liguria e dell’intero Paese, si è aperto a tutto il territorio’

Dal 1° luglio 2022 tutte le strutture di pediatria e neonatologia degli ospedali della Regione Liguria fanno parte del Gaslini di Genova. Il Gaslini Liguria diventa così il primo IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) pediatrico italiano diffuso sul territorio. Il progetto coinvolge le cinque pediatrie più importanti dell’area ligure che con le rispettive ASL hanno firmato per la cessione dei rami d’azienda: Imperia, La Spezia, Savona, Lavagna e Pietra Ligure

I medici che hanno accettato il trasferimento al rinnovato Gaslini Liguria sono già 43. Nei prossimi mesi toccherà al 65% del personale infermieristico (111 infermieri su 170) che ha aderito al trasferimento per comando. Dopo l’apertura del Covo degli Orsi, l’ospedale ligure punta a consolidare ed ampliare extra Regione le 550.000 visite ambulatoriali e i 26.000 accessi che ogni anno svolge nelle sue strutture.

È una sfida ambiziosa a livello organizzativo e gestionale perché oltre alle funzioni sanitarie assistenziali in ambito pediatrico e neonatologico, attualmente svolte dalle ASL, il Gaslini Liguria assorbe pure tutte le articolazioni organizzative, le risorse logistiche, strutturali e umane dei rispettivi reparti regionali. L’ospedale ha messo in comune anche la rete didattico-formativa che ha costruito con l’Università di Genova, nella quale verranno coinvolte tutte le altre pediatrie liguri. A coordinare la realizzazione del progetto è stata la struttura di missione della sanità ligure, guidata da Giuseppe Profiti.

Le pediatrie di Imperia, La Spezia, Savona, Lavagna e Pietra Ligure saranno inoltre parte integrante del percorso di accreditamento al Joint Commission International, l’ente leader mondiale nell’accreditamento delle strutture sanitarie. La commissione accredita soltanto le migliori strutture a livello internazionale: dal 2007 il Gaslini si sottopone al JCI ogni tre anni.

All’interno del Dipartimento di Scienze pediatriche, diretto dal dottor Elio Castagnola, è stata già istituita l’Area intradipartimentale che accoglierà le quattro pediatrie Gaslini e sarà coordinata da uno dei quattro direttori dei reparti. Inoltre, con il contributo di Liguria Digitale, è in fase di avvio il sistema di teleconsulto che permetterà lo scambio in caso di necessità di immagini e informazioni tra pediatri e specialisti.

L’ospedale Gaslini, fiore all’occhiello della Liguria e dell’intero Paese, si è aperto a tutto il territorio, con la sua estensione in tutte le ASL – fa sapere il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti – per garantire non solo la presenza del ‘marchio’ ma soprattutto delle professionalità in ambito clinico e scientifico del nostro Istituto di ricovero e cura pediatrico. Si tratta di un’operazione epocale, la più complessa operazione di collaborazione aziendale italiana e penso anche possa essere quella di maggior soddisfazione e diventi un modello per altre specialità mediche. L’obiettivo e la filosofia di base è condividere sul territorio un’eccellenza riconosciuta a livello italiano e internazionale come il Gaslini, che moltiplica i suoi punti di ingresso, garantendo la presa in carico dei bambini in tutte le province”.

Gli obiettivi di fondo di questo progetto sono due: impiegare le risorse per soddisfare i nuovi bisogni di salute e incrementare la risposta ai bisogni esistenti, facendo in modo che l’investimento contribuisca a far crescere il sistema – aggiunge Profiti –. Per questo nasce il Gaslini Liguria, per far sì che tutte le pediatrie ospedaliere diventino poli del Gaslini, dando ai cittadini la certezza che ovunque si apra la porta di reparto di pediatria da Imperia alla Spezia sia esattamente come aprire la porta di quel reparto al Gaslini a Genova. Secondo obiettivo è investire in un’eccellenza che si doti in via strutturale degli elementi fondamentali per competere tra i grandi ospedali nazionali ovvero il bacino di utenza attraverso la sua diffusione sul territorio secondo modello di hub centrale e punti spoke sul territorio, ampliando anche la casistica regionale e quindi anche il bacino di utenza richiamando pazienti da fuori regione, ad esempio da Toscana o Piemonte”.

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