Giubbotto catarifrangente: obblighi e sanzioni

In passato lo suggeriva il buonsenso, da qualche anno invece la legge impone di indossarlo nelle circostanze a rischio maggiore. È il giubbotto catarifrangente, prezioso alleato per affrontare in sicurezza dalle situazioni critiche, ma anche segnalatore della nostra presenza agli altri quando si utilizzano la bici o il monopattino elettrico con luce o visibilità scarse.

 

Cos’è e a cosa serve il giubbotto catarifrangente?

Il giubbotto catarifrangente è un elemento importante per la sicurezza degli utenti della strada, siano essi automobilisti, motociclisti, ciclisti o pedoni. Esso è dotato di catarifrangenti, che possiedono la caratteristica di riflettere la luce nella medesima direzione da cui proviene, inviandola quindi indietro alla sorgente a prescindere dall’angolo di incidenza.

 

In altre parole, chi indossa un catarifrangente, sia un giubbotto, delle bretelle ma anche un comune capo d’abbigliamento che ne è dotato, risulta visibile se illuminato ad esempio dai fari di un veicolo in avvicinamento, o dal sistema di illuminazione pubblica.

 

La costruzione dei catarifrangenti avviene ponendo l’una accanto all’altra delle microcelle catarifrangenti, così da ottenere superfici di dimensioni variabili a seconda delle necessità. L’impiego dei catarifrangenti è largamente diffuso, e oltre che nei giubbotti ad uso stradale trova numerose applicazioni: segnali stradali, segnalazioni su mezzi di trasporto come moto, scooter, bici e monopattini elettrici, ma anche fotocellule, sistemi di allineamento, sistemi antintrusione, rilevatori di fumo, eccetera.

 

Il giubbotto catarifrangente da tenere a bordo durante la circolazione è tipicamente giallo, ma sovente anche arancione o rosso, ed a righe orizzontali grigie in modo da poter essere visibile di notte o al buio. Proprio perché il suo obiettivo primario è quello di far risaltare chi lo indossa, deve essere posto al di sopra del capo di abbigliamento più esterno.

 

Cosa dice la legge sul giubbotto catarifrangente?

La legge numero 47 del 27 febbraio 2004 ha reso obbligatorio dal 1 aprile 2004 l’utilizzo del giubbotto catarifrangente per i conducenti dei veicoli fermi sulla carreggiata, fuori dai centri abitati, di notte o in condizioni di scarsa visibilità.

 

È dunque obbligatorio indossarne uno mentre si sistema il triangolo d’emergenza in seguito ad un guasto o se si scende da una vettura ferma sulla corsia d’emergenza. Dal momento che la ratio della norma è tutelare gli individui, la prescrizione non vale solamente per i conducenti ma è estesa anche ai passeggeri.

 

Il decreto legge emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 30 dicembre 2003 ha anche definito le caratteristiche tecniche di giubbotti e bretelle retro riflettenti ad alta visibilità, oltre ad aver fissato le norme che stabiliscono l’omologazione di questi elementi centrali nel garantire la sicurezza stradale.

 

I produttori devono dunque produrre indumenti ad alta visibilità con attestato di conformità certificato da un organismo di controllo autorizzato. Per l’automobilista è comunque indifferente utilizzare giubbotti o bretelle o sceglierne il colore, che può essere arancione, rosso o giallo fluorescente. È importante che sull’etichetta sia riportato il marchio “CE” insieme a quello “UNI EN 471”, poiché la sigla CE da sola può essere scambiata con quella di “China export”. Diventa quindi più che mai importante la scelta del rivenditore da cui acquistare questi strumenti di sicurezza.

 

La legge 120 del 2010 ha modificato diversi articoli del Codice della Strada, tra i quali alcuni riguardo i conducenti dei velocipedi, categoria in cui rientrano anche i monopattini elettrici. In seguito alla revisione, questi hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità nelle circostanze elencate nel paragrafo successivo.

 

Quando si deve usare il giubbotto catarifrangente?

L’utilizzo di un giubbotto catarifrangente o delle bretelle ad alta visibilità è fortemente raccomandato in tutti quei frangenti in cui questa è precaria, quindi non solamente in quelli previsti dalla legge.

 

Volendosi attenere alle prescrizioni, ciascun automobilista deve custodire in auto, preferibilmente all’interno dell’abitacolo, almeno un giubbotto catarifrangente, da indossare mentre si sistema il triangolo d’emergenza in conseguenza di un guasto o se si scende da una vettura ferma sulla corsia d’emergenza. L’obbligo è esteso anche ai passeggeri che dovessero abbandonare la vettura, pena le sanzioni del paragrafo successivo.

 

Secondo il comma 4 dell’articolo 162 del Codice della Strada, l’obbligo è esteso anche a tutti i conducenti che si trovino, anche di giorno, nei casi illustrati sopra, sulle corsie di emergenza o sulle piazzole di sosta delle strade che ne sono munite. Inoltre vale in tutti i casi in cui si svolgono “operazioni di presegnalazione con il segnale mobile di pericolo”, cioè, in altre parole, quando si va a posizionare il triangolo di emergenza.

 

Il giubbotto catarifrangente, al pari delle bretelle, rappresenta uno strumento essenziale per i conducenti di un velocipede (bicicletta muscolare o elettrica, monopattini a spinta o elettrici, eccetera) a cui la legge impone di indossarne uno in due circostanze: sempre e comunque durante l’attraversamento di una galleria, e da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere, oppure ancora in ogni condizione di scarsa visibilità.

 

Quale sanzione è prevista in caso di non utilizzo del giubbotto catarifrangente?

Nel caso in cui gli agenti rilevassero la mancanza di giubbotto o bretelle catarifrangenti nelle circostanze in cui la legge obbliga al suo utilizzo scatta la multa, che va da un minimo di 42 ad un massimo di 173 euro, e la decurtazione di 2 punti dalla patente. Se l’infrazione è commessa dai passeggeri, la detrazione dei punti dalla patente non viene applicata.

 

Il consiglio è di tenere il giubbotto o le bretelle catarifrangenti all’interno dell’abitacolo e non del bagagliaio, in modo da scendere dalla vettura con lo strumento già indossato e non rendersi protagonisti di situazioni di potenziale pericolo o commettere infrazioni.

 

Il giubbotto o le bretelle catarifrangenti non occupano parecchio spazio, quindi gli si trova un posto anche a bordo di quelle vetture, tipicamente sportive come cabrio o coupé, i cui abitacoli non abbondano di portaoggetti.

 

A differenza del triangolo di emergenza però non esiste l’obbligo di avere il giubbotto catarifrangente al seguito e di esibirlo in caso di controllo, per cui l’eventuale sanzione scatta nel momento in cui non lo si indossasse nei casi previsti dalla legge.

 

Nel caso in cui a deragliare dalle prescrizioni di legge affrontate nel paragrafo precedente fosse il conducente di un velocipede, monopattini elettrici inclusi, è prevista una multa che va da un minimo di 26 ad un massimo di 102 euro.

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