‘Non è un videogioco. Ci sono due ragazze morte, due ragazze in carne e ossa, e quattro genitori che, di fronte a quello che sta succedendo, ogni giorno sentono amplificare il proprio dolore’, Giulia Bongiorno ha assunto la difesa dei genitori di Gaia von Freymann, una delle due sedicenni investite a Roma la notte di sabato 21 dicembre: ‘E’ accaduta una cosa devastante: chiunque abbia figli non riesce a pensarci senza piangere. Ma questa tragedia si sta trasformando, giorno per giorno, in una fiction. Si va alla ricerca spasmodica di novità, di dettagli a effetto. Proliferano testimoni mediatici che raccontano fatti spesso in contrasto tra loro. E ogni elemento, nonostante le contraddizioni, viene amplificato come fosse la verità. Con conseguenze gravissime. Fioccano commenti gravemente offensivi non solo nei confronti della famiglia, ma anche delle stesse Gaia e Camilla. Si dice che erano incoscienti prendendo per buone voci tutte da verificare e si dà per pacifico che le ragazze abbiano scavalcato il guard-rail, che abbiano attraversato lontano dalle strisce, a semaforo rosso, che siano state mezze pazze, ormai sembra quasi si siano suicidate’.
In realtà un amica di Gaia afferma: ‘Vado lì ogni giorno. Accanto a quel guardrail pieno di fiori. Mi siedo e penso a Gaia. Alla mia amica che non c’è più. Ai nostri giorni insieme. E rifletto su quanto siamo incauti noi ragazzi. Perché sì, anche io ho attraversato corso Francia di notte, correndo, fuori dalle strisce pedonali e con il semaforo verde per le auto. Rischiando la vita.
Intanto sui social è virale un video, senza data certa, nel quale si vedono dei ragazzi attraversare Corso Francia in un punto non distante da quello nel quale le due ragazze sono state investite.
C’è poi il giochino del semaforo rosso. A rivelare questo inquietante ‘passatempo’ fatto da alcuni giovani proprio nella zona dell’investimento mortale di gaia e Camilla è un piccolo imprenditore romano, padre di una ragazza di 16 anni, che ha affidato al messaggero le sue riflessioni preoccupate: ‘Lo chiamano il giochino del semaforo rosso e quando mia figlia e la sua amichetta me lo hanno spiegato dopo la morte di Camilla e Gaia, mi sono venuti i brividi. Si tratta di attraversare le due carreggiate di Corso Francia veloci mentre per i pedoni è rosso e per le auto che sfrecciano è verde, sfidando la sorte. Un gioco folle del sabato sera e non solo, in voga tra i giovanissimi di Ponte Milvio. Lo fanno per farsi grandi riprendendosi anche con gli smartphone per creare storie sui social che poi si cancellano nel giro delle 24 ore’.
‘La famiglia di Gaia si è chiusa nel dolore. Ci saranno le perizie, le immagini delle telecamere che si dice siano state sequestrate. E, anche se non si ritrova nella ricostruzione fatta dal gip, la famiglia attende in silenzio. Questo la dice lunga. Invece c’è chi ha addirittura inventato di sana pianta una sorta di ‘roulette russa’ stradale. O addirittura ha obiettato che le ragazze non avrebbero dovuto stare in giro a quell’ora, che i genitori avrebbero dovuto controllarle, osserva l’avvocato Bongiorno: ‘Le ragazze erano stra-controllate. Gaia poi, da figlia di genitori separati, aveva un doppio controllo: della madre e del padre. Non le avevano comprato il motorino, né la macchinetta. Del resto, dopo l’incidente stradale del padre, che ha perso l’uso delle gambe, lei era terrorizzata dalle strade. Era una ragazza gioiosa ed entusiasta, ma anche prudente, matura, precisa. Per esempio, rispondeva sempre subito agli sms dei genitori : non tutti i ragazzi lo fanno. L’unica volta che non lo ha fatto è stato sabato notte. E per questo suo padre ha capito. Qui si va alla ricerca dell’anomalia. La tragica fine delle ragazze è talmente dolorosa da indurre a cercare un comportamento anomalo quasi per concludere che ai nostri figli non capiterà perché non sono così imprudenti. E allora ogni giorno se ne inventa una. Si rincorre l’ultima voce come fosse una prova e si commenta come se fosse vera. Accrescendo ogni giorno il dolore dei genitori’.
Guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti è una condotta grave che non può essere punita con pene leggere, osserva Giulia Bongiorno, ma oggi non voglio parlare del ragazzo che era alla guida, voglio solo lanciare un appello, visto che i tempi della giustizia non sono veloci come quelli delle notizie, che magari poi vengono smentite. Allora resistete alla tentazione di trattare queste ragazze come i personaggi di una fiction.