Giuseppe Conte “condannato” dal Tribunale di Pisa: i dpcm sono illegali

Il Tribunale di Pisa ha confermato che i Dpcm di Giuseppe Conte erano illegali. Il Tribunale, con sentenza n.419 del 17 marzo 2021, ha assolto un imputato dal reato di cui all’art. 650 del codice penale “perché violava l’ordine imposto con Dpcm dell’8/3/2020 per ragioni di igiene e sicurezza pubblica, di non uscire se non per ragioni di lavoro, salute o necessità”. Si tratta di un’assoluzione pronunciata dal Tribunale con formula piena, cioè quella prevista dal primo comma dell’art. 530 del codice di procedure penale. Questo significa che la persona che aveva violato le norme contenute nel Dpcm non ha commesso nessun reato. Il fatto non sussiste perché i Dpcm in realtà erano illegali.

Il giudice ha scritto che “solo un atto avente forza di legge e non un atto amministrativo, come è il Dpcm, può porre limitazioni a diritti e libertà costituzionalmente garantiti“. Il Tribunale, oltre ad elencare le libertà fondamentali illegittimamente compresse, come quella personale, di circolazione, di riunione, di associazione, religiosa e molte altre, ha posto come base della sentenza di assoluzione il mancato rispetto della riserva di legge assoluta, di quella giurisdizionale e dell’obbligo di motivazione di cui all’art. 13 della Costituzione in materia di libertà personale. Quei Dpcm, che toglievano la libertà alle persone, erano illegali e non avevano alcun fondamento giuridico.

Giuseppe Conte sta andando incontro a nuovi guai

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