L’incompetenza e l’inopportunità divenute politica hanno oggi il nome di Giuseppe Conte, ex premier e oggi guida dei Cinque Stelle, grottesco partito della trattativa all’insegna di una valutazione molto superficiale sulla presunta moderazione dei talebani, autentici tagliagole che hanno preso l’Afghanistan.
Parliamo di una apertura di credito rilasciata ai mullah da parte di chi ‘annega la politica in un pantano di potere senza idee’, con la voglia di entrare in quel palcoscenico politico da cui è stato estromesso con la caduta del suo governo bis o la rappresentanza di ragioni di altro tipo, magari legate al nuovo corso della Cina (il ‘Paese amico’, secondo una nota dei talebani) e alla Via della Seta agognata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Parliamo di Giuseppe Conte che attraversa trasversalmente gli orientamenti politici ricercando una cedola di popolarità.
Il Pd ha tagliato corto con un forte tweet di Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Pd, rivolto a Conte: ‘Un conto è interagire con i talebani per il ponte aereo. Un conto sarà dopo. L’Italia non dialoga con i terroristi né con chi compie crimini contro l’umanità. Non cambieremo idea per una conferenza stampa mentre i talebani sparano su nuclei resistenti e le donne sono terrorizzate’.
E’ mai possibile pensare che possano esistere terroristi moderati?
E’ necessario tenere presente che l’Afghanistan possiede un’ingente quantità di risorse energetiche e minerarie. In tal senso, il Paese rappresenta uno snodo strategico dell’Asia centrale, crocevia di gasdotti e giacimenti di petrolio. Le riserve locali, circa 1400, contengono cromite, carbone, rame, oro, ferro, gas naturale, petrolio e altre risorse. L’Afghanistan possiede circa 3 trilioni di dollari di minerali non sfruttati.
Nonostante la presenza di riserve di gas e minerali sia notevole, il Paese produce oltre il 90% della fornitura mondiale di oppio.
Per quanto riguarda le risorse minerarie, un rapporto di Global Witness attesta che lo Stato Islamico detiene il controllo di grandi miniere di talco, marmo e cromite nella parte orientale del Paese, principalmente nel distretto di Achin nella provincia di Nangarhar, dove le forze armate statunitensi hanno sganciato “la madre di tutte le bombe” il 13 aprile 2017.
Nick Donovan, il direttore della campagna di Global Witness, ha dichiarato che, mentre l’impegno dei talebani nell’estrazione del talco è ben consolidato, il ruolo dell’ISIS nel settore minerario sembra seguire uno schema diverso. Il gruppo ottiene e sfrutta le risorse, come il processo di raffinazione del petrolio in Iraq e in Siria, per finanziare le sue imprese.
La China Metallurgical Group Corp (MCC) aveva ottenuto i diritti necessari per l’estrazione di rame a Mes Aynak, una zona a sud-est di Kabul. Tuttavia, il progetto degli ingeneri cinesi è rimasto in stallo da allora per ragioni di sicurezza. Questo spiega perchè la Cina venga definito un paese amico’.
Se le risorse minerarie fossero utilizzate in modo appropriato, l’Afghanistan si trasformerebbe in un’economia forte e il tasso di disoccupazione diminuirebbe significativamente.
L’Afghanistan è spesso definito come ‘un povero che giace su miniere d’oro’.
Tornando a Giuseppe Conte con la sua infelice uscita viene travolto da una valanga di insulti dopo la presa di posizione imbarazzante relativa alla situazione afghana. Il nuovo capo dei grillino è convinto che il “nuovo regime” in Afghanistan stia assumendo “un atteggiamento abbastanza distensivo”. Luciano Nobili d’Italia Viva su Twitter ha scritto: “Dopo 5 giorni arrivano le parole di #Conte su #Afghanistan Come il suo guru Travaglio crede alla favola dei talebani buoni. Era meglio l’imbarazzante silenzio”.
“Quello che è certo – ha detto l’avvocato di Volturara Appula- è che adesso abbiamo solo le armi della diplomazia, del sostegno economico e finanziario; e dobbiamo coltivare un serrato dialogo col nuovo regime, che appare, quantomeno a parole, da alcuni segnali che vanno tutti compresi, su un atteggiamento abbastanza distensivo”. Un’asserzione imbarazzante.
Il ministro degli Esteri si è subito parzialmente smarcato da Conte, quando, al ministeriale degli Esteri al G7, ha affermato non senza imbarazzo: ” i talebani vanno giudicati “dalle loro azioni” e non “dalle parole”. Vittorio Sgarbi ha subito impallinato Giuseppe Conte: “Mentre da Kabul arrivano le prime notizie di rastrellamenti casa per casa da parte dei talebani; di donne che fuggono e si nascondono per paura di ritorsioni; di spari sulla folla, di bambini terrorizzati che cercano riparo all’aeroporto; il leader dei 5 Stelle, sempre più imbarazzante, auspica “un dialogo serrato con i talebani, il regime si è dimostrato distensivo””. E ancora: “La sua posizione è quella della Cina – ha aggiunto Sgarbi -. Non c’è che dire: da avvocato del popolo ad avvocato dei talebani è un attimo“.
“Il Tg1 – ha stigmatizzato il deputato di Iv Anzaldi su Facebook – censura l’imbarazzante uscita di Conte che vuole dialogare con i talebani: l’edizione delle 13.30 ha totalmente oscurato sia la notizia sia il sonoro del leader M5s a Ravello; trasmesso invece da tutti gli altri tg” Il Tg amico preferisce stendere un velo pietoso per proteggere l’imbarazzante Conte. Anzaldi si infuria: “Quanto ancora può andare avanti questa disinformazione sulla tv pubblica?”. E ancora: “Che aspettano i nuovi vertici Fuortes-Soldi a intervenire e far tornare il giornalismo in Rai?”.