Giuseppe Conte, novello Gramsci, per una più chiara identità politica del Movimento…

 Giuseppe Conte. ‘Quando dissi agli amici del M5S ‘io ci sono e i ci sarò. Confesso che non avevo un’idea di impegno preciso. Fu una frase di affetto e riconoscenza per la lealtà e la reciproca fiducia tra noi. Pochi giorni dopo Beppe Grillo mi chiese di entrare nel Movimento. Poi mi invitò al Forum, dove rifiutai di entrare nel M5S ritenendo che una mia investitura a freddo fosse un’operazione del tutto inadeguata. Il confronto all’Hotel Forum con Grillo fu molto schietto. Ho elencato alcune carenze, ambiguità che impediscono le grandi potenzialità di questa forza politica che potrebbero dispiegarsi appieno. Ho illustrato una serie di innovazioni secondo me indispensabili. Dall’incontro all’Hotel Forum ci siamo lasciati con il mio impegno a elaborare un progetto di riforma del M5S, che una volta condiviso ci avrebbe fatto partire con il piede giusto. Ho iniziato quindi a lavorare ad una sfida complessa ma anche stimolante. In questi 4 mesi ho studiato tanto, ho studiato gli Statuti del M5S, ho ascoltato suggerimenti di parlamentari, sindaci e singoli iscritti. Nell’approssimarsi all’appuntamento per il lancio del nuovo corso con Beppe Grillo sono emerse diversità di vedute su alcuni aspetti fondamentali. E’ emerso un equivoco di fondo: io credo che non abbia senso imbiancare una casa che ha bisogno di profonde ristrutturazioni. L’ho sempre detto, non mi sarei mai prestato ad una operazione di facciata, di puro restyling.  Io non posso assumere una decisione solo con il cuore se la mia testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato. Non posso prestarmi ad un’operazione in cui non credo. Ho avuto un fittissimo scambio di mail con Grillo, ho accolto un buon numero delle sue osservazioni. Le altre non possono accoglierle, perché alterano questo disegno e creano confusione di ruoli e di funzioni. Domani mattina consegnerò i documenti frutto del mio lavoro dapprima a Grillo e poi a Crimi chiedendo che siano diffusi alla comunità. Sono condizioni imprescindibili del mio impegno. Una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può affidarsi a una leadership dimezzata, sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni, ma su questo aspetto non possono esservi mediazioni, serve una leadership forte e solida, una diarchia non può essere funzionale, non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non poteri essere io. Beppe sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il gentiore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’è era e ci sarà sempre il ruolo di Garante, ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo.   Chi mi conosce sa che non ho doppie agende. Se lavoro anima e corpo a un progetto lo faccio con trasparenza. Nel cassetto non ho piano B. Se lo Statuto non sarà accettato valuterò cosa fare. Io sin da subito ho cercato di favorire il governo Draghi. Oggi dobbiamo lavorare su un Pnrr che è il piano di tutta la comunità, non dobbiamo essere egoisti, dobbiamo lavorare anche per le generazioni future. Nessuno immagini che io personalmente abbia qualche diffidenza nel sostenere questo governo.   Alla comunità Cinque stelle chiedo di non rimanere spettatrice passiva di questo processo, chiedo di partecipare a una valutazione sincera di questa proposta di Statuto e di esprimersi con un voto. Non mi accontenterò di una risicata maggioranza, mi metto in discussione.  Giuseppe Conte invita il Movimento a votare in tempi rapidi il nuovo statuto da lui definito. La risposta dei 5 stelle sullo Statuto metterà una ipoteca pesante sulla nuova leadership che deve poter avere anche il controllo della comunicazione. Una delle premesse per gestire in modo efficace una organizzazione così complessa. Io ho parlato con tutti, sono passati 4 mesi, la comunità M5S ormai non ce la fa più, è sfibrata, dobbiamo mettere un punto fermo. Certo che ci confronteremo con Beppe Grillo, anche ieri abbiamo avuto un lunghissimo scambio e continueremo ad averlo indipendentemente dalle decisioni che verranno prese. Conserverò il sorriso comunque andranno le cose con gli amici del M5S e con Grillo’.

Conte parla delle grandi potenzialità di questa forza politica e si rivolge   a tutti i membri del partito  che potrebbe, o dovrebbe, tornare a dispiegarsi appieno se  fosse in grado di aprirsi alla novità.

C’è bisogno – spiega l’ex premier – di rinnovare profondamente il partito, senza dimenticare il sogno che vi era all’origine e che ha portato il M5S a essere la più grande forza politica in Italia oggi.

Bisogna rendere la politica ‘più incisiva’, dice Giuseppe Conte e, in particolare:

  • Ampliare il m5s a livello internazionale;
  • creare una scuola di formazione per velocizzare tutte le pratiche amministrative e per creare progetti territoriali ad hoc e internazionali;
  • creare un’organizzazione territoriale agile e ben articolata;
  • ideare un raccordo tra la politica nazionale e quelle territoriali;
  • rendere fruibili dei forum tematici in modo di avere polmoni capaci di creare dialogo con la società civile e vagliare attività dal basso, dai territori, per poi integrarli nel programma di governo del movimento;
  • forgiare una più chiara identità politica, anche grazie a una carta dei valori da far sottoscrivere agli iscritti imprescindibile;
  • creare una piattaforma informatica per coinvolgere tutti e contrastare correnti di lotte interne e contese di potere.

Si tratta di una sfida ‘complessa e stimolante’, quella che Conte si appresta a voler accettare; una sfida che, tuttavia, tiene il punto fermo sulla leadership. Bisogna ‘mantenere i valori saldi’, ribadisce apertamente l’ex premier a tutto il Movimento, ma serve un principio razionale e bisogna ‘aprirsi a una fase di forte rinnovamento’ e una ‘profonda riorganizzazione’. 

Bisogna “rilanciare la tensione rivoluzionaria” su cui si basava il M5S ai suoi albori, quando la passione di chi voleva il cambiamento dell’Italia ha creato qualcosa di grande; bisogna elaborare un progetto per la società e puntare ‘a un 2050 che abbracci cultura ecologica, contrasti le disuguaglianze sociali, di genere e territoriali’.

Si ha l’opportunità di riformare con circa 248 miliardi di euro a disposizione per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e altri progetti europei collegati; si ha l’opportunità di cambiare per creare un mondo più giusto. Bisogna cambiare – ribadisce sempre più fortemente Conte – per il raggiungimento di nuovi rapporti europei e internazionali, per migliorare la comunicazione col territorio, per avere dei principi e dei valori condivisi.

Le parole di Conte a Beppe Grillo

Starà a Grillo – dichiara l’ex premier – decidere se vorrà essere il ‘genitore che regala la vita al figlio’ o ‘il genitore padrone che ne contrasta l’autonomia’ e nell’affermare questo, ribadisce la profonda ammirazione per un personaggio che col suo carisma visionario ha dato inizio a una ‘stagione eroica e innovativa per l’intero sistema italiano’: ma ora c’è bisogno di coerenza.

Le preoccupazioni per gli italiani

Le ultime parole di Conte si rivolgono agli italiani e, in particolare, ai cittadini senza lavoro, agli imprenditori che hanno chiuso e sono disperati, alle famiglie che stentano ad arrivare a fine mese.

Ai 5s l’ex premier chiede di non rimanere come uno spettatore passivo di questo processo. Chiede invece di partecipare alla valutazione sincera di questa politica statutaria e di esprimersi col voto.

Giuseppe Conte, novello Gramsci, immagina,  come leader del Movimento Cinque Stelle le  conquiste dei territori attraverso le scuole di formazione,  dove ‘formare’  il gruppo di allievi. Conte pensa ad una scuola politica  dove diffondere le dottrine politiche elaborate dal presidente e dal gruppo dirigente e la formazione viene intesa come ‘strumento di organizzazione e acculturazione degli iscritti meritevoli di formazione’.  I Cinque Stelle diverranno un partito, foriero di attività educativa estesa a tutto il territorio nazionale, diversificando i corsi e attribuendo a ciascuna scuola una vocazione specifica. Una scuola politica spostata a sinistra ma  ricca di pedagogia politica comunista. In parole semplici si immaginano quadri dirigenti-politici investiti di incarichi di responsabilità pubblica. Scuole per apprendere  gli ‘strumenti e gli istituti del governare’ conoscendo  lo Stato, le sue leggi e le sue logiche. Giuseppe Conte come  leader in possesso di ‘maturità politica  e chiarezza responsabile’ propria del formatore e divulgatore del pensiero politico che trasformerà nei fatti il Movimento. Un ‘intellettuale’ organico che matura e diffonde pensiero politico attraverso la capacità di rivolgersi a tutti gli strati della popolazione con un linguaggio accessibile senza tuttavia perdere il rigore politico proprio del  suo magistero.

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