Giustizia e Ap al Senato: ‘Stralcio notifica atti e modificare norma intercettazioni’

Il gruppo di Area popolare al Senato, riunito ieri sera a Palazzo Madama per fare il punto della situazione sui lavori riguardanti la riforma del processo penale, ha confermato il convinto sostegno al provvedimento apprezzandone i numerosi contenuti positivi tra cui, ad esempio, l’aumento delle pene per reati odiosi e violenti quali il furto in abitazione con strappo, il furto aggravato e la rapina e le misure per la semplificazione del processo penale. Allo stesso tempo però ha evidenziato due criticità nel testo all’esame della Commissione Giustizia: le modifiche introdotte sulla disciplina di notifica degli atti giudiziari, estraneo al testo base ma introdotto in Senato con un emendamento del relatore, e la regolamentazione sulle norme che disciplinano l’utilizzo dei virus informatici, c.d. Trojan, nelle intercettazioni. Sul primo punto Area popolare chiede con forza lo stralcio dalla riforma per approfondire la discussione in altra sede e si dichiara del tutto indisponibile a soluzioni intermedie come un’eventuale delega al governo. D’altronde il testo dell’emendamento,  che non è mai stato oggetto di alcun approfondimento o studio nemmeno da parte della Camera dei Deputati,   si è dimostrato, nel corso dei lavori in Commissione pieno di errori e criticità che lo rendono del tutto inutilizzabile. Sul tema delle intercettazioni, pur condividendo lo spirito della delega che mira a garantire la riservatezza delle comunicazioni, si chiede una disciplina più puntuale che limiti l’uso ai luoghi di cui all’ art.614 c.p. e ai reati gravi quali il terrorismo e l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Sul punto Area popolare fa notare come un testo eccessivamente dilatato, come quello proposto, esporrebbe cittadini del tutto estranei alla vicenda processuale, ovunque essi si trovino, ad intercettazioni indirette che ne limiterebbero gravemente ed incostituzionalmente la libertà di manifestazione del pensiero. In altri termini, qui non si tratta di una riforma delle intercettazioni, ma di imporre agli italiani un drastico, radicale e mortificante cambiamento delle loro libere abitudini personali. Sono temi non secondari su cui Area popolare non ha intenzione di fare passi indietro e che inciderebbero negativamente sul prosieguo dell’esame del provvedimento. Nel corso della riunione, inoltre, il gruppo ha rivendicato come l’atteggiamento di disponibilità al confronto sul merito delle proposte di modifica del provvedimento abbia consentito di raggiungere complessivamente un buon punto di mediazione su un testo importante per l’esercizio e la tutela dei diritti individuali. In particolare, sulla prescrizione è stato possibile superare le difficoltà iniziali di una proposta emendativa dei relatori ritenuta in contrasto con il principio costituzionale della ragionevole durata dei processi, e giungere così ad una soluzione equilibrata, che stabilisce l’incremento per tutti i reati dei termini di prescrizione di un anno e mezzo dopo la sentenza di condanna in primo grado e di un ulteriore anno e mezzo dopo la sentenza di condanna in Appello. Nonché per i delitti di corruzione di un aumento della prescrizione decisamente più contenuto di quello introdotto alla Camera.

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