Lì il ministro ha trascorso con il procuratore capo “un’ora e mezza, molto cordiale, in cui abbiamo parlato di giustizia, da tutte e due le parti, e in cui ho parlato dei problemi di cui parlerò anche in Parlamento”.
Nel suo primo intervento in Aula sulla vicenda, “ho letto alcune frasi ma ne leggerò molte più il 19, frasi pronunciate formalmente non in riunioni segrete ma in convegni dei magistrati, ad esempio quando si legge che la magistratura ha il dovere di riequilibrare quanto emerso dalla volontà popolare credo che sia un tema che il Parlamento deve affrontare, perché fa parte delle regole su cui si regge una democrazia. E non c’entra nulla chi governa”, puntualizza.
“La regola base della democrazia è che qualunque cittadino sa cosa rischia e cosa non rischia con un determinato comportamento, quindi sa che il suo essere nella legge si basa sul fatto che rispetta la legge”.
“Se uno non conosce la legge, o se la legge diventa un aspetto secondario rispetto alla giurisprudenza che può stravolgere anche una legge, io stravolgo la base della convivenza democratica, che è la consapevolezza democratica -non parlo dei potenti o del governo- ma del fatto che rispettando una legge io sono garantito di essere un cittadino che è intoccabile”.
Per Crosetto “è un tema che va sollevato e va al di là del governo, il tema della giustizia è fondamentale, non per il governo ma perché se non funziona la giustizia non funziona il Paese. Uno degli elementi di competitività del futuro è il funzionamento del sistema giustizia, dunque ben venga buttare un sasso nello stagno se servirà”.