La vestizione dei simulacri sacri è una consuetudine che risale al mondo pagano e rinvigorita nel medioevo cristiano, quando è documentata la pratica di porre sulle statue – civili e religiose –, in particolare della Vergine Maria, manti e corone preziose.
In alcuni casi la vestizione aveva un carattere fortemente evocativo, come ad esempio a Roma nel periodo della “cattività avignonese”: il 29 giugno, festa dei SS. Pietro e Paolo, in assenza del Pontefice, si vestiva con abiti pontificali in oro e seta (amitto, camice, stola e piviale rosso), triregno e pastorale, la statua di San Pietro della Basilica Vaticana.
Per quel che riguarda Matera, si hanno notizie di una statua processionale di Maria SS. della Bruna a partire dalla metà del XVII sec. In linea con la tradizione delle “statue da vestire”, gli abiti della Bruna sono sempre stati confezionati con straordinari filati e preziosi ricami, in linea con il gusto del particolare momento storico in cui sono stati realizzati. In molti casi gli abiti provenivano dal guardaroba delle nobildonne che decidevano – per diverse ragioni – di donarli all’immagine sacra.
Nel loro incedere tra la gente, vestite di abiti sontuosi, le statue diventavano (e diventano) “vere”, umane e divine allo stesso tempo.
Il Quadro dei Pastori – realizzato nel 1856 – raffigura la statua della Bruna collocata sotto il sontuoso “tosello” di color rosso: la Madonna ed il Bambino indossano gli abiti damascati realizzati nella prima metà dell’Ottocento, in sostituzioni delle vesti più antiche, di color rosso e blu, del tutto simili a quelli dell’affresco iconografico venerato in Cattedrale. Gli antichi abiti rossi sono ravvisabili in altre due rappresentazioni della statua della Bruna riprodotte sullo stendardo del Capitolo della Cattedrale e della “copia in pietra” della statua, scolpita da Tommaso Colaparente nel 1699 per essere collocata sulla porta principale di Matera (oggi l’opera è esposta nel Museo Diocesano).
Nel 1859 la Madonna aveva ancora il manto azzurro, modificato e arricchito nel 1861 da una bottega napoletana per la considerevole somma di 40 ducati e 37 grana: «Per essersi mandato in Napoli dal Canonico Volpe […] il manto della Vergine, onde arricchirsi di più». L’anno successivo (1862) gli abiti vennero ulteriormente modificati e contestualmente se ne commissionarono di nuovi: «Merletti, ed altro presi dalla Badessa delle Monacelle per fare il camicino alla Vergine […] Caciocavalli mandati in Napoli per mezzo del Canonico Volpe a chi si occupò per l’abito della Bruna […] Nolo per i disegni venuti in Matera […] Veste in lama di argento ricamata in oro della Santissima Vergine della Bruna, non che puntina posta alla veste vecchia […] Per la veste del Bambino ricamata in oro […] Scatola per mandare a Napoli l’abito vecchio del Bambino, e nolo alla posta (la scatola si è avuta gratis)».
A partire dalla metà dell’Ottocento l’abito della Bruna diventa simile a quello di una “regina”, cioè chiaro con ricami in oro.
Sempre nel Quadro dei Pastori la Madonna ed il Bambino stringono nelle mani fiori in seta sostituiti nel 1862 dalle «Palme […] indorate a fuoco dell’orefice Lombardo».
Nel 1878 vennero commissionate nuove palme in argento dorato.
Nel corso dell’ultimo secolo e mezzo i vestiti delle due statue della Bruna sono stati più volte sostituiti a causa dell’inevitabile logoramento derivante dall’utilizzo processionale.
L’inventario delle suppellettili della Cattedrale, risalente al 1916, riporta l’elenco di tutti gli abiti custoditi nella chiesa di San Giuseppe: «[…] Sottana di seta della Madonna con fiori ricamati in oro. […] Camicia nuova, in quattro pezzi, e due vecchie. […] Veste intera e completa per la Madonna in lama d’argento ricamata in oro. Nuova. […] Veste per il Bambino in lama d’argento ricamata in oro.
Osservazioni. Nuova. […] Manto della Madonna di seta con stelle in ricamo d’oro. […] Manto di seta che si usa alla Madonna del carro tappezzato di stelle.
Osservazioni. Nuovo. Fatto a cura del Reverendo Francesco Paolo Casalini a spese di devoti nel 1915. Il vecchio è servito per rappezzare parati e specialmente le fodere. //
[…] Sottanino di velo. […] Sottana di broccato con giacca e maniche per la Madonna e così pure per il Bambino. Il tessuto è a fiorami in seta oro e argento. Osservazioni. Simile al tessuto delle pianete donate da Monsignor Zunica. […] Calzettini due paia per il Bambino. […] Scarpettine per il Bambino con quattro fibie di argento. […] Sottana di seta con ricami a fiori a trama di argento. […] Vesti numero due per il Bambino di seta. […] Giacca completa in tessuto di oro e ricami in seta. Osservazioni. La sottana corrispondente trovasi sotto le vesti della statura del 2 luglio. […] Giacca rossa della Madonna in lama d’oro.Osservazioni. La stoffa è identica a quella della pianeta donata dall’Arciprete Gattini. […]».
Per quanto riguarda l’abito della statua “solenne” della Bruna, l’ultima modifica (si tratta di un “riporto”) risale al 1962, anno in cui Giovanni XXIII con la bolla Mateola antiqua sedes, elevava la Cattedrale di Matera a Basilica Minore.