“Caro carburanti? Facciamo chiarezza“. Gli “Appunti di Giorgia” di mercoledì 11 gennaio sono dedicati al tema cruciale di questi giorni: quel caro benzina sul quale il premier è assediato dalle opposizioni che strepitano e veicolano una narrazione inesatta. “Puntata speciale”, esordisce subito il premier esibendo la sua agenda con l’appunto a penna sul tema sul quale ha molti elementi di chiarezza da contrapporre alla vulgata. “Il vantaggio di avere un governo serio è che non ci sono problemi nel fornire spiegazioni”. Primo punto: “Gira un video del 2019 in cui io, facendo benzina, parlavo della necessità di tagliare le accise. Di qui l’accusa: ‘la Meloni è incoerente’. Ebbene, io sono una persona seria e non è un caso che il video sia del 2019. Infatti non sfuggirà che da allora ad oggi il mondo intorno a noi è cambiato. Sono convinta che sarebbe ottima cosa farlo, il punto è che non si fanno i conti con la realtà. Purtroppo stiamo affrontando una situazione emergenziale sotto diversi punti di vista che ci sta imponendo di fare alcune scelte”.
“Per questo non ho mai detto in campagna elettorale che avrei tagliato le accise”, perché sapevo qual era la situazione davanti alla quale mi sarei trovata. Sono fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale -non temporaneo- delle accise. Ma questo necessita di una situazione diversa da quella che stiamo affrontando. E soprattutto necessita di rimettere in modo la crescita economica: per fare delle cose – spiega Meloni nei suoi Appunti- bisogna avere le risorse, per averle occorre produrre maggiore lavoro e ricchezza. E’ quello su cui stiamo
Cosa ha fatto il governo nella legge di Bilancio? Meloni smonta alcune mistificazioni. “Ho sentito dire un po’ di tutto: si è detto il governo ha aumentato le accise. No il governo non le ha aumentate. Vi dirò di più. Il governo non ha fatto neanche marcia indietro sul provvedimento del precedente governo, che tagliava temporaneamente le accise. Noi l’abbiamo confermato. Provvedimento temporaneo che ieri era condiviso da molti che oggi ci attaccano.
“Il taglio delle accise costa un miliardo al mese, dunque 10 miliardi l’anno. Invece di spalmare 10 miliardi, noi abbiamo deciso di concentrare le risorse in manovra su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale. Sono convinta che fosse più sensato aiutare chi ha un salario basso, le famiglie, chi non poteva pagare le bollette, chi non riesce a fare la spesa o non ha un lavoro; concentrare le risorse su questo piuttosto che aiutare anche chi, come me, ha uno stipendio di tutto rispetto”.
“Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, non avremmo potuto confermare il taglio del costo sul lavoro; non avremmo potuto aumentare del 50% l’assegno unico per le famiglie; non avremmo potuto – spiega Meloni nel dettaglio- aumentare il fondo sulla sanità di 2 miliardi di euro; non avremmo potuto aiutare la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche; non avremmo potuto introdurre la decontribuzione per i giovani e per i precettori del rdc; non avremmo potuto prevedere un fondo carrello per le famiglie più fragili e non avremmo potuto intervenire sui crediti di imposta delle pmi”. Tutte queste misure sarebbero state cancellate per prevedere il taglio della accise. “Rivendico una scelta di giustizia sociale”.
Ma c’è di più. Sul prezzo della benzina “c’è in atto una mistificazione della realtà”. “Io sento dire in tv che il prezzo della benzina in Italia sarebbe attorno ai 2,5 euro. Ora, siccome io sto monitorando il prezzo – afferma il premier- questi dati non mi tornano e questo è ampiamente verificabile: intanto ci sono app per conoscere in tempo reale il prezzo della benzina alla pompa; in secondo luogo perché ci sono autorità preposte che pubblicano questo dato. Il dato del ministero delle imprese del made in Italy ha pubblicato il prezzo medio della benzina in Italia della settimana scorsa: il prezzo medio era 1,812 euro. E’ un prezzo che ci piacerebbe fosse più basso, ma quando cambia rispetto a quanto vissuto nei mesi precedenti, negli anni precedenti?”.
“Sono andata a guardare alcuni dati: il taglio delle accise del precedente governo è stato fatto a marzo -illustra Meloni -: a maggio la benzina era a 1.885 euro, più alto di oggi. Il 27 giugno a 2.073, il 18 luglio a 1.989, il 1 agosto 1.877. Allora posso anche capire si consideri alto e fuori controllo” il prezzo attuale; “ma dove erano stampa e politici negli anni scorsi? Anche con il governo Monti, anche con il governo Renzi c’erano prezzi più alti eppure io non ricordo le campagne che stiamo vedendo in questi giorni…”.
In serata la Meloni poi replica così alle accuse di alcuni partiti: “Alcuni esponenti dell’opposizione fanno notare che nel programma di Fratelli d’Italia delle precedenti elezioni era presente, tra i punti, una voce sulla sterilizzazione delle entrate dello Stato su energia e carburanti, con un’automatica ‘riduzione di Iva e accise’. Significa che se hai maggiori entrare dall’aumento dei prezzi del carburante le utilizzi per abbassare le tasse. Ma noi non avevamo maggiori entrate, ovviamente. Quindi si tratta di un impegno molto diverso dal ‘taglieremo le accise’. Obiettivo che continuiamo a condividere e sul quale lavoreremo, ma impegno che nell’attuale contesto non potevamo prenderci”.