Gli ippopotami importati illegalmente in Colombia negli anni Ottanta per lo zoo privato dell’ex re dei narcos Pablo Escobar vivono adesso allo stato selvatico e sono notevolmente aumentati negli ultimi decenni, tanto da costituire un serio rischio per la biodiversità: è il grido d’allarme lanciato da un gruppo di scienziati, secondo cui questi animali vanno abbattuti prima che spazzino via la flora e la fauna locale.
Escobar aveva allestito anche un enorme zoo nella sua vasta tenuta-fortezza – la Hacienda Nápoles, a Doradal, nel dipartimento di Antioquia – con rinoceronti, elefanti, giraffe, ippopotami ed altri animali esotici. Quando venne ucciso, nel 1993, molti di questi animali vennero trasferiti o morirono, ma gli ippopotami vennero abbandonati anche a causa degli elevati costi e dei problemi logistici legati al loro trasporto.
I vari tentativi del governo di controllarne la popolazione sono falliti e oggi si stima che solo negli ultimi otto anni il loro numero sia cresciuto da 35 a 65-80 esemplari.
Secondo uno studio di questi scienziati pubblicato il mese scorso sulla rivista Biological Conservation, inoltre, potrebbero arrivare a quota 1.500 entro il 2035.
“Credo che sia una delle più grandi sfide delle specie invasive nel mondo”, ha commentato Nataly Castelblanco-Martínez, ecologa dell’Università di Quintana Roo in Messico e autrice principale dello studio. Ma l’idea di abbattere gli ippopotami ha già suscitato non poche critiche da parte della popolazione locale, che li considera ormai residenti permanenti a tutti gli effetti. Nel frattempo, la Hacienda Nápoles, con i suoi 3.000 ettari circa, è stata trasformata in un parco tematico, dove questi animali circolano liberamente contribuendo così al sostegno economico della regione generato dal turismo.