Anche se il Senato con un colpo di spugna ha introdotto nuovamente i vitalizi agli ex parlamentari, gli italiani continuano a pensare che molti degli eletti guadagnino in maniera eccessiva, anche se in questo caso il riferimento non è alle pensioni, ma a quanto percepiscono per la carica ed il ruolo che ricoprono. Però è interessante un dato su tutti, cioè se per la maggioranza degli incarichi politici si ritiene che il compenso sia eccessivo, questa opinione non coinvolge invece lo ‘stipendio’ del presidente della Repubblica e del Consiglio. È anche vero, però, che molto spesso queste due cariche aggiungono al loro reddito eventuali introiti derivanti dalla pensione maturata da ex parlamentare o dall’aver conquistato uno scranno in Parlamento. Questo non è il caso, però, di Giuseppe Conte, così come non lo è stato degli ex premier Monti, Dini e Ciampi, in quanto, così come l’attuale presidente, entrarono a Palazzo Chigi senza l’investitura da Parlamentare.
Il sondaggio condotto questa settimana è andato quindi ad indagare l’immaginario collettivo degli italiani per analizzare quale sarebbe ‘il prezzo giusto’ che lo Stato dovrebbe pagare a chi assume determinati incarichi o viene eletto. Si diceva prima che il taglio, anche se solo immaginario, dei compensi, non coinvolge il Quirinale ed il primo ministro. Infatti se il presidente della Repubblica ha un introito di 12.000 euro al mese, secondo gli italiani dovrebbe guadagnare addirittura di più, si pensa che dovrebbe percepire almeno 18.000 euro. Anche il premier, quindi, dovrebbe guadagnare in misura maggiore rispetto a quanto effettivamente incassa, anche se non di molto. Il suo stipendio dovrebbe essere di 8.000 euro al mese, in realtà ne percepisce 6.700.
Per i ministri, invece, si registra una sorta di allineamento tra ciò che guadagnano (4.500 euro) e quanto invece sarebbe giusto che ricevessero in termini economici (4.500 euro).
Le opinioni invece cambiano radicalmente quando si passa a determinare lo ‘stipendio giusto’ degli eletti alle Camere o in Europa. Il parlamentare europeo che percepisce circa 14.000 euro ne dovrebbe avere 4.000, quindi una differenza di 10 mila euro al mese, mentre gli eletti a Montecitorio o a Palazzo Madama dovrebbero percepire al mese 3.000 euro, contro invece dei 12.290 che intascano, anche in questo caso una penalizzazione di circa 10mila euro. Le scure però si abbattono su tutti gli incarichi pubblici. Per esempio i presidenti delle grandi regioni dovrebbero percepire 3.300 euro in meno rispetto al compenso pattuito. Le cose non vanno meglio per sindaci, consiglieri e assessori comunali.