(FILES) This file photo taken on December 21, 2016 shows US President-elect Donald Trump speaking to reporters at Mar-a-Lago in Palm Beach, Florida. US President-elect Donald Trump said December 24, 2016 he intends to dissolve his controversial philanthropic foundation to avoid conflicts of interest, but the move was quickly complicated by an ongoing legal probe. Trump's sprawling portfolio of US and overseas business interests and holdings -- as well as his Donald J Trump Foundation -- have come under increased scrutiny in the weeks since his election. The shuttering of his charity would be his first big step to avoid a brewing storm of potential conflicts of interest. / AFP PHOTO / JIM WATSON

Gli Usa contro l’Onu

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha votato, a stragrande maggioranza, una risoluzione con la quale condanna il testo approvato dall’Onu prima di Natale che definisce illegali gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi in Cisgiordania. L’astensione degli Stati Uniti al Palazzo di Vetro il 23 dicembre scorso aveva provocato un ulteriore irrigidimento dei rapporti con Israele, che aveva tra l’altro richiamato in patria gli ambasciatori in alcuni dei Paesi che avevano votato a favore della risoluzione. Contro il testo si era schierato il presidente eletto Donald Trump, che aveva definito le Nazioni Unite ‘un club dove si chiacchiera’. La bocciatura americana della risoluzione Onu è passata con 342 voti a favore (compresi 31 democratici) e 80 contrari, quindi con un appoggio bipartisan che ha bollato come ‘di parte e contro Israele’ la risoluzione 2334 approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il mese scorso con la storica astensione degli Usa. Il testo passato all’Onu dichiara gli insediamenti nei Territori occupati nella guerra del 1967, compresa Gerusalemme Est come ‘illegali secondo la legge internazionale’. Israele ha protestato affermando che la risoluzione è sbilanciata e non favorisce la pace dal momento che toglie ogni incentivo ai palestinesi per negoziare. Inoltre considera come ‘occupati’ zone legate storicamente a Israele come il quartiere ebraico della Città Vecchia e il Muro del Pianto. Un chiaro segnale del cambio di marcia della nuova amministrazione Trump.

 

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