Governo ad alta tensione

Antivigilia di Natale di tensione nella maggioranza giallorossa. In serata era in programma un vertice di maggioranza sul Milleproroghe per cercare di definire gli ultimi dettagli. Un appuntamento saltato all’ultimo minuto (e dopo quattro rinvii) con la tensione che continua ad essere molto alta. Discorso rinviato molto probabilmente al 2020 con le vacanze che serviranno per chiarire un po’ le idee all’esecutivo giallo-rosso.

 Il discorso doveva essere incentrato sulla questione delle concessioni autostradali con Italia Viva che nell’ultimo incontro a Palazzo Chigi non ha espresso il proprio voto. Andava affrontato anche il piano dell’innovazione digitale. In questo caso l’accordo sembrava essere più semplice da trovare visto che la discussione doveva essere rimandata in Parlamento nel 2020.

Anche nel 2020 prospetta, comunque, una discussione molto accesa, visto che non c’è nessuna intenzione da parte di Italia Viva di dare il proprio via alle concessioni autostradali: “Non si può utilizzare – ha ribadito Matteo Renzi ai microfoni di Repubblica – il Milleproroghe per aprire un potenziale caos normativo“. E non manca l’attacco ai grillini: “Noi non siamo al governo per votare le scandalose leggi del MoVimento“.

Non si è fatta attendere la replica di Di Maio che in realtà non ha mai nominato Matteo Renzi: “Ho notato che qualcuno continua a lamentarsi della norma sulle concessioni autostradali entrata proprio nel Milleproroghe. Che sia chiaro: bisogna avviare un percorso che ci porti alla revoca delle concessioni autostradali“. Non dimentichiamoci – aggiunge il ministro degli Esteri – che questa gente si è arricchita con i soldi dei cittadini, dimenticandosi però di fare manutenzione a ponti e strada. E chi si oppone di sicuro non fa bene al Paese.

Le norme del milleproroghe sulle concessioni autostradali non vogliono essere punitive o penalizzanti per i concessionari, ma introdurre un regime più trasparente, per evitare sperequazioni. In un’intervista a tutto campo in apertura del Messaggero, il premier Giuseppe Conte interviene anche sulla questione concessioni. E dopo la lettera di Aspi all’indomani del provvedimento, osserva che “non si potranno più applicare, tuttavia, norme di favore come quelle invocate da Atlantia, che anche in caso di grave inadempimento pretenderebbe un indennizzo di decine di miliardi. Non lo permetterò”.

Secondo il premier, le nuove norme non creano problemi al sistema, ma “si cerca di rimettere ordine – spiega – in un contesto molto articolato, dove si sono create tante sperequazioni e tanti indebiti vantaggi per i privati”. Guardando poi all’ipotesi di riforma dell’Irpef, Conte fa sapere che ne parlerà con i partiti di maggioranza: “Non immagino di portare a gennaio una riforma bella e pronta. Ci metteremo a lavorare su questo e altri argomenti e decideremo insieme. Dovremo in ogni caso mettere prima a fuoco le priorità politiche e per me questa lo è”.

Arianna Manzi

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