Governo ai tempi supplementari

Far maturare, se possibile, un’intesa politica per formare una maggioranza di governo. Dal primo giorno di consultazioni, il 4 aprile scorso, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concesso ai partiti tutte le possibilità di approfondire il confronto per raggiungere questo obiettivo. E ieri, di fronte alla richiesta di Movimento 5 stelle e Lega di poter contare su altre 24 ore per verificare ancora una volta se esisteno i presupposti per un accordo, l’arbitro, come anche si è definito il Capo dello Stato, ha fischiato l’inizio dei tempi supplementari. Ma in caso di nulla di fatto non ci saranno né lancio di monetina né calci di rigore, ma inizierà subito un’altra partita, con altri giocatori, quella del governo di servizio annunciato lunedì scorso.

‘Un esecutivo neutrale, perché ‘neutrali’ sono gli “interessi fondamentali del Paese’, una puntualizzazione che Mattarella ha inserito ieri in mattinata nel discorso pronunciato in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo, quasi a voler ribattere ad attacchi e polemiche con cui nei giorni scorsi è stata bollata l’ipotesi avanzata dal Colle.

 Una stagione buia, quella degli anni di piombo, ormai alle nostre spalle, dalla quale comunque si possono e si debbono trarre utilissimi insegnamenti per affrontare l’attuale situazione politica. Abbiamo appreso,  la sottolineatura del Capo dello Stato, che ci sono momenti in cui l’unità nazionale deve prevalere sulle legittime differenze. Si è compreso, di fronte a quell’emergenza, che vi sono momenti che richiamano a valori costituzionali. A impegni comuni; perché non divisivi delle posizioni politiche ma riferiti a interessi fondamentali del Paese, in questo senso neutrali.

Poi all’ora di pranzo la richiesta arrivata al Quirinale di Luigi Di Maio e Matteo Salvini di poter disporre di ulteriori 24 ore, per verificare ancora la possibilità di dar vita ad una maggioranza parlamentare in grado di sostenere un governo, in pratica per aspettare se arriverà o meno un via libera da parte di Silvio Berlusconi. Via libera, arrivato con qualche distinguo, nella serata di ieri attraverso una lunga nota del Cav: nessun veto o pregiudiziale al governo giallo-verde, nessuna fiducia ma una valutazione serena di volta in volta dell’operato. Silvio, insomma, passa la palla: Forza Italia però non sarà più ‘alibi di fronte all’incapacità – o all’impossibilità oggettiva – di trovare accordi fra forze politiche molto diverse’. L’alleanza di centrodestra, assicura, resta comunque salda.

La proroga è comunque stata accordata, senza tuttavia tollerare ulteriori lungaggini. Se anche questo estremo tentativo di trovare un accordo andrà a vuoto, Mattarella convocherà la personalità scelta per formare il governo di servizio e le affiderà l’incarico. Viceversa, qualora nascesse l’esecutivo giallo-verde, a salire al Colle sarà il candidato espresso da M5S e Lega.

In entrambi i casi il giorno buono potrebbe essere venerdì, visto che oggi il Presidente della Repubblica sarà impegnato per l’intera giornata a Firenze, dove aprirà l’ottava edizione della conferenza europea ‘The State of the Union’, organizzata dall’Istituto universitario europeo (Iue). Un appuntamento al quale interverranno, tra gli altri, i presidenti del Parlamento europeo, Antonio Tajani; della Commissione europea, Jean-Claude Juncker; del Consiglio, Paolo Gentiloni; della Bce, Mario Draghi; i Capi di Stato del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa; e della Grecia, Prokopios Pavlopoulos.

Venerdì mattina invece Mattarella è atteso a Palermo per le celebrazioni dei 70 anni della Corte dei Conti per la Regione siciliana. Impegni che naturalmente non impediranno al Presidente e ai suoi consiglieri di monitorare continuamente l’evoluzione del quadro politico, mentre per la rosa dei nomi a cui affidare la guida dell’eventuale governo di servizio sarebbe naturalmente stata individuata, custodita così gelosamente che neanche i diretti interessati sarebbero stati avvisati e quindi posti nella condizione di accettare o rifiutare la proposta.

Tra di loro comunque la segretaria generale del ministero degli Esteri, Elisabetta Belloni, continuerebbe ad avere le maggiori chances per un incarico. Avviate anche le valutazioni riguardo alle candidature per i ministri, che tuttavia potranno essere approfondite in una seconda fase, visto che, a norma dell’articolo 92 della Costituzione, sono sì nominati dal Presidente della Repubblica, ma su proposta di quello del Consiglio.

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