Governo di unità nazionale e Draghi premier

Mentre si lavora per bloccare il contagio e sostenere famiglie e imprese durante l’emergenza epidemica Covid-19, la politica guarda al medio termine e si prepara a sommovimenti che potrebbero cambiare di parecchio lo scenario nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Prende infatti sempre più corpo l’ipotesi di un governo con dentro tutti, attuale maggioranza e opposizioni, che possa varare una necessaria manovra choc. E con Mario Draghi alla presidenza del Consiglio.

Governo di unità nazionale

Tutti sono consapevoli che il Paese sta per affrontare una crisi economica senza precedenti. Ieri sera, dopo l’ audizione del ministro Gualtieri in Parlamento, fonti autorevoli del Pd spiegavano al Corriere della Sera che le ipotesi filtrate dall’ Economia – e che pronosticano un crollo del Pil per il 2020 tra il 5 e il 7% – fossero da ritenersi ottimistiche: “Bisognerà prepararsi a una manovra choc , che non si potrà fare senza un patto nazionale”. Il nodo andrà affrontato per tempo, entro l’ estate, appena superata l’ emergenza prettamente sanitaria.

Draghi premier
Naturalmente un esecutivo allargato dovrebbe poggiare su di un nome di garanzia per tutti. Che al momento non è quello di Giuseppe Conte. Decisamente più spendibile quello dell’ex governatore della BCE Mario Draghi, un nome che ovviamente avrebbe un peso specifico considerevole in sede di negoziati con l’UE. Lo stesso Salvini lo evoca spesso quando propone «il meglio alla guida del Paese in questa fase delicata». E lo stesso fece Renzi quando ancora era in piedi il governo giallo-verde. È Draghi che citano esponenti di rilievo del Pd, appena ricordano come il loro sia “il partito della responsabilità nazionale”.

Pd e Lega, del resto, condividono anche l’analisi economica dei prossimi mesi secondo cui, per fronteggiare la crisi, il debito italiano salirà fino al 140-160% di rapporto con il Pil. E dovremo trattare con i mercati e con l’ Europa per non affondare. Ecco perché quello di Draghi potrebbe essere il nome più spendibile. Finito il suo mandato non sarebbe un competitor dei partiti, perché – come dice un rappresentante dem – “la sua destinazione sarebbe il Quirinale“.

Impossibile votare ora

La dinamica politica di cui soptra è innescata anche dalla oggettiva impossibilità di andare al voto. Al di là dell’emergenza sanitatria, tra il referendum per il taglio dei parlamentari, l’ obbligo di adeguare i collegi e la necessità di varare una nuova legge elettorale, si arriverebbe di fatto al “semestre bianco” della presidenza della Repubblica, quando sarebbe impossibile sciogliere le Camere.

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