Mentre ottiene al Senato la sua prima fiducia su un provvedimento, il dl Milleproroghe (222 i sì, 23 i contrari e 7 gli astenuti), e si appresta a varare il nuovo Dpcm 6 marzo con un’altra stretta in arrivo, con la nomina di 39 fra sottosegretari e viceministri il governo Draghi è praticamente al completo.
67esimo esecutivo della Repubblica Italiana e terzo della XVIII legislatura, in carica dal 13 febbraio 2021, vista la larghissima maggioranza che lo sostiene corrispondente alla quasi totalità dell’emiciclo parlamentare, e vista la pandemia nella quale è nato, si configura come un vero governo di unità nazionale.
Dopo la nomina dei ministri, quella di Draghi per viceministri e sottosegretari è stata un’applicazione del “Manuale Cencelli” in piena regola: l’assegnazione è stata eseguita con precisione chirurgica in base al peso dei partiti. I risultati della partita certificano di fatto, ancora una volta, l’impossibilità per gli italiani di scegliere da chi farsi rappresentare.
Ma che differenza c’è tra viceministri e sottosegretari? La più rilevante è che i viceministri possono partecipare al Consiglio dei ministri (anche se non votano), i sottosegretari no.
La figura del viceministro, non prevista dalla Costituzione, è stata introdotta nell’ordinamento italiano con la legge n. 81 del 2001. I viceministri, che possono anche essere dei tecnici, si occupano di dirigere politicamente un’intera area ministeriale corrispondente a uno o più Dipartimenti o Direzioni Generali.
Possono essere invitati dal Presidente del Consiglio dei ministri, d’intesa con il ministro competente, a partecipare alle sedute del Consiglio dei ministri, senza diritto di voto, per riferire su argomenti e questioni attinenti alla materia loro delegata. Possono essere massimo 10.
Nel Governo Berlusconi II e III e nel Governo Prodi II i viceministri erano 9. Nel Governo Berlusconi IV 5, successivamente ridotti a 3. Nel Governo Monti i viceministri erano 2, con Letta 10, con Renzi 9. Nel Governo Gentiloni e nel Governo Conte 6, nel Governo Conte II 10 e nel Governo Draghi 6.
La figura del sottosegretario di Stato fu istituita invece nel Regno d’Italia. Sebbene non sia espressamente prevista dalla Costituzione, la carica è stata conferita in tutti i governi repubblicani, fino ad arrivare, negli ultimi anni, a una vera e propria proliferazione di sottosegretari che ha dato luogo a non poche critiche.
I sottosegretari, che devono essere rigorosamente parlamentari e politici, sono i segretari dei ministri: hanno il compito di coadiuvarli nell’esercizio delle loro funzioni. Sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro che il sottosegretario è chiamato a coadiuvare, sentito il Consiglio dei ministri. Prima di assumere le funzioni prestano giuramento nelle mani del Presidente del Consiglio.
Come dicevamo non partecipano al Consiglio dei ministri, ad esclusione del sottosegretario alla Presidenza del consiglio, e non hanno competenze proprie. Coadiuvano i ministri, o il Presidente del Consiglio, ed esercitano i compiti delegati con decreto ministeriale (o del Presidente del Consiglio). Possono intervenire, quali rappresentanti del Governo, alle sedute delle Camere e delle Commissioni parlamentari, sostenere la discussione in conformità alle direttive del ministro e rispondere a interrogazioni e interpellanze.
A un massimo di 10 sottosegretari può essere attribuito anche il titolo di viceministro, se sono conferite deleghe relative ad aree o progetti di competenza di una o più Dipartimenti o Direzioni Generali. Per loro non c’è un numero massimo, ma il totale dei componenti del Governo, compresi i ministri senza portafoglio, i vice ministri e i sottosegretari di Stato, non può essere superiore a 65.
L’attuale squadra di “sottogoverno” è composta da 39 membri, di cui 6 viceministri: 19 donne e 20 uomini. Le nomine che stanno facendo più discutere sono la riconferma di Laura Castelli come viceministro dell’Economia, che i critici definiscono non particolarmente qualificata (diploma di Ragioneria e laurea triennale in Economia aziendale, lei stessa si vantava di stare completando, a inizio mandato, un corso in e-learning sul bilancio pubblico nella calda estate romana), celebre per il suo “Questo lo dice lei” indirizzato a Pier Carlo Padoan. Ma anche Lucia Borgonzoni neo sottosegretaria alla Cultura: lei che aveva dichiarato candidamente di non leggere un libro da ben 3 anni.
Polemica anche per Nicola Molteni, il sottosegretario dei decreti Salvini, che sta scatenando un vero caso al Viminale, dove esce il viceministro dem, Matteo Mauri, che quei decreti li aveva cancellati. Molteni quello della linea dura anti-immigrazione dei “porti chiusi e confini protetti”, insomma. Malumori anche per il forzista Giuseppe Moles all’Editoria, strategico per le proprietà di Berlusconi, ma seconda scelta dopo l’ex direttore di Panorama Giorgio Mulè, per cui i Cinque Stelle hanno fatto ostruzionismo duro.
Tra i 39 sottosegretari ecco la ripartizione dei numeri (più il capo della Polizia Franco Gabrielli – già, tra le altre cose, vice commissario vicario per l’emergenza terremoto a L’Aquila e poi capo Dipartimento della Protezione civile – cui è stata assegnata la delega ai Servizi):
- 11 M5s
- 9 Lega
- 6 Forza Italia
- 6 Pd
- 2 Italia Viva
- 1 Centro democratico
- 1 +Europa
- 1 Leu
- 1 Nci.
A livello territoriale, viste le polemiche sui ministri provenienti a maggioranza dal Nord, alla fine c’è stato un parziale equilibrio:
- 16 del Sud o isole (di cui ben 6 dalla Puglia)
- 7 dal Centro Italia
- 16 dal Nord (di cui 7 dalla Lombardia).
I 6 viceministri sono così suddivisi:
- 2 M5S
- 1 Pd
- 1 Forza Italia
- 1 Italia Viva
- 1 Lega.
Ecco i viceministri nominati dal Cdm:
- Laura Castelli (M5S)
- Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia)
- Alessandra Todde (M5S)
- Teresa Bellanova (Italia Viva)
- Alessandro Morelli (Lega)
- Marina Sereni (Pd).
Ecco i sottosegretari nominati dal Cdm. Successivamente sarà designato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport.
Presidenza del Consiglio:
- Deborah Bergamini (Forza Italia), Simona Malpezzi (Pd) – Rapporti con il Parlamento
- Dalila Nesci (M5s) – Sud e coesione territoriale
- Assuntela Messina (Pd) – Innovazione tecnologica e transizione digitale
- Vincenzo Amendola (Pd) – Affari europei
- Giuseppe Moles (Forza Italia) – Informazione ed editoria
- Bruno Tabacci (Centro democratico) –Coordinamento della politica economica
- Franco Gabrielli – Sicurezza della Repubblica.
Interno
- Nicola Molteni (Lega)
- Ivan Scalfarotto (Italia Viva)
- Carlo Sibilia (M5S).
Economia
- Laura Castelli (M5S) – viceministro
- Claudio Durigon (Lega)
- Maria Cecilia Guerra (Leu)
- Alessandra Sartore (Pd)
Sviluppo economico
- Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia) – viceministro
- Alessandra Todde (M5S)- viceministro
- Anna Ascani (Pd).
Lavoro e Politiche sociali
- Rossella Accoto (M5S)
- Tiziana Nisini (Lega).
Salute
- Pierpaolo Sileri (M5S)
- Andrea Costa (Noi con l’Italia).
Istruzione
- Barbara Floridia (M5S)
- Rossano Sasso (Lega).
Giustizia
- Anna Macina (M5s)
- Francesco Paolo Sisto (Forza Italia).
Difesa
- Giorgio Mulè (Forza Italia)
- Stefania Pucciarelli (Lega).
Politiche agricole, alimentari e forestali
- Francesco Battistoni (Forza Italia)
- Gian Marco Centinaio (Lega).
Transizione ecologica
- Ilaria Fontana (M5S)
- Vannia Gava (Lega).
Infrastrutture e Trasporti
- Teresa Bellanova (Italia Viva)- viceministro
- Alessandro Morelli (Lega) – viceministro
- Giancarlo Cancelleri (M5S).
Beni e attività culturali
- Lucia Borgonzoni (Lega).
Esteri e cooperazione internazionale
- Marina Sereni (Pd) – viceministro
- Manlio Di Stefano (M5s)
- Benedetto Della Vedova (+Europa).