Ultimo incontro della giornata, per le consultazioni del presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi, con i rappresentanti dei gruppi politici: in corso l'incontro con Forza Italia, rappresentata dalle capogruppo Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini e dal vicepresidente Antonio Tajani. Nella delegazione, che è quella di Fi-Udc- è presente anche il centrita Antonio De Poli. +++ TWITTER/CAMERA DEI DEPUTATI +++

Governo Draghi, il programma in 7 punti

Saranno decisioni sul breve periodo e prese con urgenza quelle che il governo Draghi dovrebbe attuare nei prossimi giorni. Secono quanto anticipato dal ‘Corriere della Sera’, il programma del nuovo esecutivo partirà dalla riscrittura del Recovery plan e la definizione della governance. In particolare quest’ultimo punto ha innescato la crisi del governo Conte bis. Il nuovo premier dovrà inoltre affrontare le crisi di Alitalia e dell’ex Ilva, e procedere con una proroga o l’annullamento del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione. A seguire, sette punti che invece riguarderanno il medio periodo.

Per la lotta al Covid-19 dovrebbe essere preparato dal governo Draghi un nuovo piano vaccinale, con una piattaforma unica nazionale e il coinvolgimento della Protezione civile. L’obiettivo sarà arrivare ad almeno 300 mila vaccini al giorno, grazie al coinvolgimento dei medici di famiglia, a oggi 70 mila, che potrebbero da soli effettuare 400 mila inoculazioni in un giorno. A giugno potrebbe arrivare il vaccino italiano di Reithera, e fino a quella data si potrebbe spostare parte della produzione europea anche in Italia, con l’acquisto delle licenze e dei brevetti di Pfizer e BioNTech, Moderna e AstraZeneca.

Dopo l’eventuale proroga sul blocco di 34 milioni di cartelle dell’Agenzia delle Entrate, il governo Draghi potrebbe varare una riforma fiscale molto complessa. Secondo quanto riferito ai partiti durante le consultazioni, il nuovo esecutivo potrebbe decidere per la riduzione del cuneo fiscale e comunque andare nella direzione della progressività dell’imposta, con buona pace di chi sperava in una flat tax. Il carico fiscale per chi ha un reddito inferiore ai 50 mila euro potrebbe alleggerirsi, e il minor gettito potrebbe essere compensato da una serrata lotta all’evasione e dallo spostamento della tassazione dai redditi ai consumi.

Con la riforma fiscale potrebbero essere agevolati anche gli investimenti, in particolare nella green economy. Il nuovo governo, esplicitamente ambientalista, dovrebbe destinare il 37% del Recovery fund, circa 77 miliardi di euro, al nuovo ministero della Transizione ecologica. Roberto Cingolani  e i colleghi Vittorio Colao, ministro della Transizione digitale, e Enrico Giovannini, del Mit, saranno incaricati di di pensare all’Italia del futuro, con un piano di crescita sostenibile sul lungo termine da presentare all’Europa. Ai tre nuovi ministri potrebbe essere destinato circa il 90% dei soldi del Next generation Eu.

Vittorio Colao, pur senza portafogli, dovrebbe definire l’indirizzo di circa 40 miliardi di euro del Recovery, che serviranno a digitalizzare il Paese con interventi coordinati degli altri ministeri, dalla Salute ai Beni culturali, passando per il Turismo. Centrale il completamento della rete a banda larga e dell’infrastruttura mobile del 5G, la riforma della Pubblica amministrazione, la digitalizzazione della scuola e dell’università e il cablaggio di tutte le aree del Paese che ancora non hanno accesso alla rete. Il piano mirerebbe così a colmare il digital divide, particolarmente avvertito durante i mesi di isolamento causa Covid.

Mario Draghi ha ribadito in più occasioni la necessità di porre i giovani al centro. Dopo l’annuncio di un possibile aumento dei giorni di scuola per recuperare le lezioni in presenza perse a causa del coronavirus, potrebbe essere avviata una mini riforma a costo zero dell’istruzione. Potrebbero essere introdotti dei criteri di merito e di efficienza per gli istituti scolastici, e rafforzata la formazione digitale per i docenti. Il nuovo esecutivo sarà chiamato anche a sciogliere il nodo sulle 10 mila cattedre ancora vacanti all’inizio del nuovo anno scolastico, e a mettere in sicurezza i tanti precari del settore.

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