Governo Draghi verso la crisi, cosa succede ora dopo lo strappo del M5S

Il governo guidato da Mario Draghi si avvia alla crisi. Giuseppe Conte ha annunciato che il Movimento Cinque Stelle oggi in Senato non voterà la fiducia posta dall’esecutivo sul decreto Aiuti. Uno strappo che sancisce la fine del governo, che, come ha dichiarato ieri il premier, non esiste senza Movimento 5 Stelle.

Il Movimento Cinque Stelle oggi si asterrà al Senato sul voto di fiducia per il dl Aiuti. Uno strappo che secondo quanto dichiarato da Giuseppe Conte, è dovuto all’opposizione del M5S al termovalorizzatore di Roma: il decreto prevede infatti anche poteri speciali per il sindaco di Roma, che consentirebbero di costruire il nuovo impianto.

La decisione di Conte e del M5S apre la crisi di governo: una crisi tutta politica e non parlamentare. Con i numeri attuali infatti il governo Draghi ha tranquillamente la fiducia in Senato anche senza i voti dei pentastellati.

Il governo Draghi può contare attualmente su 276 voti, che scenderebbero a 214 in caso di addio del M5S, ben al di sopra comunque della maggioranza di 161 voti.

Lo strappo del Movimento Cinque Stelle apre dunque una crisi politica. Come dichiarato dal presidente del Consiglio Mario Draghi e da diversi esponenti della maggioranza, senza l’appoggio del M5S finisce l’esperienza dell’esecutivo.

Il premier è stato esplicito: “Non c’è un governo senza Movimento 5 Stelle” e “non c’è un altro governo Draghi diverso da quello attuale”.

Sulla stessa linea il segretario della Lega Matteo Salvini, che nelle scorse ore ha dichiarato che “se i Cinque Stelle non votano un decreto della maggioranza si va a votare“. E il leader del Pd Enrico Letta, che ha più volte ribadito nei giorni scorsi che “questo è l’ultimo governo della legislatura“.

A meno di un anno dalla fine naturale della legislatura, prevista per marzo 2023, si apre quindi la crisi di governo, la terza, dopo le due che avevano sancito la fine dei due governi Conte.

Secondo quanto riferito da Repubblica, con il no del M5S al voto di oggi in Senato, il presidente del Consiglio Mario Draghi potrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiederà poi al premier di verificare la possibilità ad andare avanti con il suo governo attraverso un voto di fiducia. Come detto, in linea teorica il governo ha una maggioranza che lo sosterrebbe anche senza i voti di Conte. Per andare avanti quindi basterebbe un mini rimpasto con la sostituzione dei ministri pentastellati.

Bisognerà però fare i conti con la volontà delle varie forze politiche e dello stesso Draghi, che ha già escluso un governo diverso da quello attuale. È molto probabile quindi che si vada alle elezioni anticipate in autunno.

Dopo l’annuncio di Conte dell’astensione del M5S al voto di fiducia, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha chiesto che si torni subito al voto.

“Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo dei migliori è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito“, ha dichiarato.

“La decisione M5s di non partecipare domani al voto di fiducia sul dl Aiuti è un atto di grave irresponsabilità assunto, per interessi di parte, in uno dei momenti più difficili dell’Italia”, ha detto Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. “Dopo Mario Draghi non sosterremo alcun governo“.

In una nota la Lega ha fatto sapere che Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono sentiti al telefono, ribadendo la “piena sintonia” del centrodestra. “In questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni“.

“Chiederemo una verifica“, ha detto il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, “bisogna capire se la maggioranza c’è”.

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