Matteo Salvini cerca di tranquillizzare gli elettori sull’andamento delle trattative: ‘Lavoro per vedere fino all’ultimo se ci sarà la possibilità di trasformare in fatti i nostri programmi. Se non si trovasse la quadra ve lo diremo’. Sulla stessa linea il leader 5 stelle: ‘Il punto nevralgico è il contratto. Lì ci sono alcune cose da chiarire e se c’è accordo su quello, il governo si fa.
Malgrado la tranquillità ostentata dai protagonisti, il governo Lega -M5S non è affatto scontato.
Il punto critico per eccellenza resta il rapporto con l’Ue. La Lega insiste per la revisione dei trattati europei, in particolare, come svelava ieri pomeriggio alla Camera il leghista Claudio Borghi: ‘Va totalmente rivisto il fiscal compact perché sennò dove li troviamo i soldi da dare alla gente, alle imprese?’.
Nella serata di ieri, poi, è stata diffusa dall’Huffington Post una bozza delle 39 pagine dell’accordo dove si parlava con chiarezza di uscire dall’euro, togliere le sanzioni a Putin, chiedere a Draghi di cancellare 250 miliardi di debito italiano e creare una camera di compensazione» delle controversie tra le parti ‘parallela’ al Consiglio dei ministri, chiamato comitato di conciliazione.
Il nuovo organismo sarebbe composto dal Presidente del Consiglio, dal capo politico di M5S e dal segretario federale della Lega; i capigruppo di Camera e Senato delle due forze politiche e il ministro competente per materia. Obiettivo: dirimere conflitti e prendere decisioni di fronte a calamità naturali, crisi internazionali ed altro.
Misure che sono poi state smentite dalle parti: ‘È una bozza vecchia’.Salvini ha rassicurato: ‘Non usciremo dall’euro’.
Le parti si rivedranno questa mattina per eliminare i nodi ancora in essere, ovvero l’immigrazione, la sicurezza, le grandi opere, la giustizia e, in ultimo, proprio l’Europa perché il diktat di Salvini è chiaro: ‘Bisogna andare in Europa con onore, forza, fermezza e dignità’. Se, però, alla fine, questa ‘quadra’ non si riuscisse a trovare, allora Salvini si è detto pronto, con Di Maio, a farsi carico della sconfitta: ‘Sarà una scelta presa da entrambi, è chiaro che non possiamo andare a Bruxelles con un governo che rappresenti due idee lontane’.
Ormai siamo al dunque: o si trova accordo o è il voto.