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“L’Italia, in questo momento storico nel quale si devono affrontare una guerra di aggressione in Europa, la crisi energetica, la pressione massiccia dell’inflazione, con la crisi sociale che ne consegue, e un’ulteriore fiammata della pandemia, si trova di fronte a un bivio: restare protagonista del consolidamento delle politiche europee o affrontare una campagna elettorale nel momento meno opportuno”. Lo dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail. “La crisi avrebbe ancora meno senso in un momento nel quale il Governo ha avviato una nuova stagione di dialogo con le parti sociali – aggiunge – Dialogo essenziale per sciogliere i nodi più insidiosi sul piano dell’economia e del lavoro. Si deve tener conto anche che andare alle elezioni in autunno significherebbe, con i tempi tecnici per rendere operativo il nuovo Parlamento e quelli politici per far nascere un nuovo esecutivo, non poter rispettare i tempi per chiudere la legge di Bilancio 2023 entro il 31 dicembre”.
“Questo condurrebbe al rischio dell’esercizio provvisorio e, soprattutto, impedirebbe di incardinare nella stessa legge di Bilancio proprio alcune di quelle misure che riguardano, ad esempio, le pensioni – afferma ancora Damiano-. Con le dimissioni Draghi ha richiamato le forze parlamentari a quella coesione che è necessaria al Paese. E che il Paese, indubbiamente, vuole. L’unico auspicio che si può formulare è che il senso di responsabilità politica prevalga. E che, perciò, il Parlamento chiuda la crisi restituendo al presidente del Consiglio e al Governo tutta l’agibilità politica necessaria ad affrontare questi mesi difficilissimi insieme alle scelte che vanno assunte urgentemente”, conclude
