Il Consiglio dei ministri nel decreto omnibus ha dato il via libera a una disposizione che incrementa da 1,6 miliardi di euro ad oltre 3,2 miliardi l’entità delle risorse disponibili per il riconoscimento del credito d’imposta per gli investimenti realizzati nella Zes unica del Mezzogiorno. Un provvedimento strategico che dimostra il cambio di passo del governo nei confronti del Sud. Fatti concreti non esercizi oratori. La notizia è stata commentata dalla premier Giorgia Meloni in un lungo post su X. “Ho sempre respinto l’idea di un Mezzogiorno condannato alla povertà e a vivere di sussidi. Sono orgogliosa del fatto che, con questo governo, i dati economici certificano un Sud Italia in costante sviluppo, con Pil e l’occupazione che crescono più velocemente della media nazionale”, scrive la presidente del Consiglio.
“Ora – aggiunge – arriva un altro dato di cui andare fieri: nel 2023 le società del Sud quotate su Euronext Growth Milan (Egm), mercato dedicato alle piccole e medie imprese, hanno aumentato del 20% il loro giro d’affari, con una crescita analoga del numero dei dipendenti. Merito di imprese e lavoratori del Sud, certo. Ma anche del cambio di paradigma voluto da questo governo che ha accantonato la logica dell’assistenzialismo per puntare su crescita e sviluppo”. Poi il passaggio diretto all’ultimo provvedimento del governo nel decreto omnibus.
“Nel Consiglio dei ministri abbiamo incrementato di 1,6 miliardi di euro lo stanziamento per il credito d’imposta Sud, raddoppiando la dotazione iniziale. Inoltre, con l’attivazione del portale Transizione 5.0, prende corpo la nuova Missione RePowerEu. Che – spiega Meloni – destina oltre 11 miliardi di euro del Pnrr per supportare le imprese nella transizione ecologica, nel potenziamento delle reti per la distribuzione dell’energia e nella produzione da fonti rinnovabili, con l’ambizioso obiettivo di trasformare il sud Italia in un hub energetico del Mediterraneo. Di questo aveva da tempo bisogno il Sud. E ora finalmente può tornare a guardare a un futuro migliore”.
Grande la soddisfazione tra le file del centrodestra. Tra i primi a commentare, ringraziando il governo e il ministro Raffaele Fitto, il governatore della Regione Siciliana, Renato Schifani. “La continua sensibilità e attenzione rivolta al tema della Zona economica speciale che per il Sud rappresenta una importantissima leva di sviluppo. Che, grazie al provvedimento di oggi, potrà contare su ulteriori risorse che agevoleranno le imprese con conseguenti ricadute positive sull’occupazione, in un’area del Paese che per troppo tempo ha atteso misure concrete per crescere”.
Il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, parla di un ennesimo schiaffo alle opposizioni che nei giorni scorsi avevano sollevato un polverone per la presunta mancanza di risorse per finanziare il credito d’imposta al Sud. “Lo stanziamento inizialmente previsto pari a 1,6 miliardi arriva a quota 3,2 miliardi. Una cifra altissima come valore assoluto ma, soprattutto, se paragonata alle risorse stanziate dai governi precedenti. È di cinque volte superiore alle risorse stanziate dagli esecutivi tra il 2016 al 2020 e di tre volte superiore a quelle stanziate tra il 2020 e il 2022”.
Anche Confindustria accoglie con favore la notizia del provvedimento licenziato dal Cdm. ”L’incremento dei fondi a disposizione, unito alla possibilità di utilizzare facoltativamente, all’interno dei programmi regionali e con le opportune verifiche del caso, parte delle risorse della coesione va esattamente in linea con quanto richiesto da Confindustria qualche giorno fa”, dichiara il vicepresidente Natale Mazzuca.
Credito d’imposta, Università, turismo e rinnovabili: questi i temi all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto omnibus. “Sono stati inseriti 1,6 miliardi che raddoppiano l’importo previsto, ai quali si aggiunge la possibilità per i programmi di coesione di poter usare queste risorse in modo facoltativo”, così il ministro Raffaele Fitto chiarendo che l’importo complessivo supera così i 4,2 miliardi.
“Le risorse a copertura del credito d’imposta ammontano a una cifra che non era stata mai prevista né immaginata. Di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua che si era creata, con questa scelta creiamo le condizioni per dare una risposta chiara alle imprese”. Sul terreno dei balneari, in vista della protesta annunciata, Fitto ha spiegato che c’è un confronto in atto sul parere predisposto dalla Commissione europea. “Un confronto che va avanti con le sue complessità”.
Viene raddoppiata la flat tax per i miliardari che hanno deciso di trasferire il loro domicilio in Italia. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha aggiunto: “Ci sono le misure di chiarimento per il versamento delle imposte a favore degli enti locali e le nuove modalità o meglio il trasferimento in legge dell’applicazione della spending review delle Regioni”. Non ci saranno tasse sugli extraprofitti, ha chiarito poi il ministro dell’Economia. “Le banche, come le altre realtà che fanno utili e stanno bene, saranno chiamate, come tutti i cittadini italiani, a contribuire alla finanza pubblica. Penso non ci sia niente di strano”.
Sul possibile tesoretto da 20 miliardi in arrivo dal miglioramento del gettito fiscale “aspettiamo quando finiranno tutte le autoliquidazioni e poi tiriamo le somme”, ha detto il ministro. Sulla presidenza della Rai ha confermato la sua fiducia all’amministratore delegato Giampaolo Rossi, ma – ha detto – “non dipende solo da me”. Nel decreto omnibus, inoltre, viene stanziato un contributo ad hoc, fino a 1.100 euro al mese, per le famiglie che devono o hanno dovuto lasciare le Vele di Scampia dopo il crollo del 24 luglio scorso ha provocato tre morti e 12 feriti.
Via libera del Cdm anche alla riforma dei contratti di ricerca su proposta del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Con il provvedimento, si ampliano gli strumenti a disposizione delle Università, degli enti pubblici di ricerca e delle istituzioni Afam per inquadrare professionalmente le diverse figure all’interno del sistema della ricerca con un meccanismo di tutele crescenti. Maurizio Leo ha illustrato i due decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale. ” E con questi siamo a 13 approvati. In 12 mesi abbiamo rivisto per buona parte il sistema fiscale italiano”, ha spiegato il viceministro dell’Economia.
Si prevedono forme di collaborazione da parte di studenti durante il corso di laurea o di laurea magistrale per un massimo di 200 ore l’anno. Il compenso può arrivare a 3.500 euro/anno. Si introducono poi due tipologie di borse di assistenza all’attività di ricerca: una junior e una senior per i dottori di ricerca. Arriva poi il contratto postdoc che potrà essere sottoscritto dal dottore di ricerca. Viene poi introdotta la figura del Professore aggiunto, che potrà svolgere nelle università specifiche attività di didattica, di ricerca e di terza missione. “Si tratta di una vera e propria ‘cassetta degli attrezzi’ con strumenti differenziati a seconda dei diversi livelli di ricerca”, ha sottolineato il ministro Bernini.
Sul fronte del turismo il Consiglio dei ministri ha approvato lo stanziamento di 13 milioni di euro a sostegno del turismo nei Comuni all’interno di comprensori e aree sciistiche della dorsale appenninica colpiti dalla diminuzione delle presenze turistiche. Con questo intervento ribadiamo il nostro impegno a sostegno della montagna italiana. Che si conferma asset strategico per il comparto anche nel periodo estivo”, commenta il ministro del Turismo Daniela Santanchè.
Semaforo verde, in via preliminare, allo schema di decreto legislativo in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il provvedimento porta la firma del ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, del ministro per le riforme Elisabetta Alberti Casellati e del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto. “Lo schema – spiega una nota del Mase – individua i regimi amministrativi per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla realizzazione degli impianti stessi. È un provvedimento che risponde agli obiettivi di semplificazione individuati dal Pnrr”.
Il governo Meloni ha rimandato qualsiasi soluzione sull’annosa questione delle concessioni balneari a settembre.