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‘Nessun partito e nessuno schieramento dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo ed è indispensabile quindi, secondo le regole della nostra democrazia che vi siano intese tra più parti per formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento. Nelle consultazioni in questi due giorni questa condizione non è emersa’, dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni al Quirinale: ‘Farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base della esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da molte parti politiche. Sarà utile anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni fatte dai partiti e sarà utile a loro per valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche, le possibili soluzioni per dare vita a un governo. E’ indispensabile che vi siano delle intese tra le forze politiche che ora hanno qualche giorno di riflessione che sarà loro utile per valutare responsabilmente convergenze programmatiche’, è l’invito del presidente Sergio Mattarella ai partiti al termine del primo giro di consultazioni. Il Capo dello Stato ha deciso di riconvocare il secondo giro di colloqui non prima della metà della settimana prossima.
Sono, infatti, stato infruttuosi gli incontri con il Pd, Forza Italia e la Lega. I Dem hanno ribadito la loro posizione con il segretario reggente Maurizio Martina: ‘Chi ha vinto le elezioni si prenda la responsabilità del governo e per quanto riguarda il Pd non ci sono ipotesi di governo’.
Forza Italia ha invece sottolineato la necessità e l’urgenza’ di un governo che parta dal centrodestra, la coalizione che ha ottenuto più voti. Silvio Berlusconi ha evidenziato la necessità di figure di alto profilo e detto no a governi fatti di pauperismi, giustizialismi e populismi: ‘Il governo dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega. Non siamo disponibili a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario. Siamo disponibili con presenze di alto profilo a soluzioni serie e credibili in sede europea. Su questo siamo disposti a dialogare. Serve un governo per affrontare le urgenze del Paese’.
Ma, a causa dei veti incrociati da parte dei partiti, la matassa sembra complicata da sbrogliare per il capo dello Stato e si parla già di un possibile secondo giro di consultazioni che potrebbe iniziare mercoledì prossimo.
Intanto nella tarda serata di ieri il leader della Lega Matteo Salvini ha chiuso all’idea di un incarico esplorativo per lui: ‘Lavoriamo per un governo che lavori almeno 5 anni. Partendo da chi ha vinto le elezioni e numeri alla mano coinvolgendo il Cinque stelle’. Salvini al termine del colloquio con Mattarella ha anche detto di non temere, se necessario, un ritorno al voto.
Il leader della Lega ha prospettato l’ipotesi di un governo del centrodestra con il coinvolgimento di Fi: ‘Andiamo in Parlamento se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto. La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni.
‘Abbiamo detto al presidente Mattarella che sentiamo tutta la responsabilità di esser la prima forza politica di lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento’, ha detto il leader del M5S Luigi Di Maioal termine delle consultazioni al Colle: ‘Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente anche sulla politica estera. Con noi al governo l’Italia resterà alleata dell’Occidente nel Patto atlantico, nell’Unione europea e monetaria: è questo l’obiettivo. Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne. Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative’.
Nei suoi colloqui il presidente della Repubblica non ha solo ascoltato le posizioni di quanti sono saliti al Quirinale: ha chiesto puntigliosamente a tutti quale alleanze abbiano in mente visto che il Rosatellum non ha portato una maggioranza parlamentare. Ma soprattutto Mattarella ha ricordato che il maggioritario non c’è più e che fino al 1994 c’era un proporzionale simile all’odierno. E che i Governi si facevano anche allora. Una sottolineatura che a prima vista sembra scontata ma che in realtà è un richiamo alle forze politiche affinchè non restino ancorate a logiche che non esistono più. E che, piaccia o non piaccia, l’attuale sistema elettorale prevedeva ‘in nuce’ la necessità di alleanze per formare il Governo. Un accento di realismo che dovrà essere tenuto di conto da tutti nel breve tragitto che separa queste prime consultazioni dalle seconde.