Arrivati alla fine dell’anno è giunto inevitabilmente il tempo di fare il bilancio anche per quanto riguarda la politica. E in questo senso pesano le rassicurazioni di Giuseppe Conte, che appena dodici anni fa aveva assicurato che il 2019 sarebbe stato un anno bellissimo per l’Italia.
L’ottimismo del Presidente del Consiglio ha dovuto fare i conti con la dura realtà dei fatti. Il 2019 è stato l’anno dei due governi, con il primo durato appena quattordici mesi, e delle difficoltà in ambito economico, con l’Unione europea che ha fatto pesare in diverse occasioni il suo giudizio non proprio positivo sull’Italia. Gli ultimi dodici mesi appena trascorsi sono stati caratterizzati dallo scontro politico, che si è fatto sempre più acceso e probabilmente sempre meno costruttivo. Il risultato, sondaggi politici alla mano, è che l’anno si conclude con un governo, il Conte Bis, che non sembra riflettere la volontà popolare. Sia chiaro però che il 2019 non sia stato solo un anno negativo. L’Italia ha rischiato una nuova procedura di infrazione che è riuscita ad evitare con prudenza e saggezza, è riuscita a scongiurare l’aumento dell’Iva e a ritagliarsi un posto rilevante nel contesto internazionale.
Giuseppe Conte passerà a suo modo alla storia come il premier sopravvissuto alla crisi di governo e soprattutto in grado di confermarsi alla guida di due governi differenti composti da due coalizioni di maggioranza differenti. Resta da capire se quello del premier che visse due volte sia un primato positivo o negativo. Conte è stato camaleontico. Ha iniziato la sua avventura politica come leader di un governo dichiaratamente populista e mal sopportato dall’Unione europea. In un batter d’occhio l’Avvocato del Popolo si è trasformato in un capo di governo moderato, di una coalizione di maggioranza spostata a sinistra, decisamente più gradita a Bruxelles.
Nel suo 2019 il Presidente del Consiglio risente di quanto è stato fatto da due governi contrapposti, avversari. E ognuno ha sulle spalle pregi e difetti, che ricadono inevitabilmente sulle spalle del premier, comune denominatore dei due esecutivi. Il Conte gialloverde ha goduto del lavoro fatto da Matteo Salvini in ambito della sicurezza. Pur tra mille polemiche, il leader della Lega, vicepremier del governo gialloverde, ha dimezzato gli sbarchi degli irregolari e ha dato un giro di vite sul tema della sicurezza. I numeri degli arrivi sono notevolmente aumentati nei mesi di governo giallorosso, e il premier paga lo scotto del compromesso con il Partito democratico. In campo economico la situazione continua a non decollare. Nel corso degli ultimi dodici mesi gli italiani hanno familiarizzato con parole come Reddito di Cittadinanza e Green New Deal, ma la svolta non è mai arrivata. Si può apprezzare l’impegno, che sicuramente c’è stato, ma per la sufficienza serve ben altro. Servono dati concreti confermati dal PIL. La speranza è che in questo siano siano state gettate le basi per un futuro che possa essere all’insegna della crescita e dello sviluppo.