ADOLFO URSO FRATELLI D'ITALIA

Governo e Urso: ‘Riforma degli incentivi e spinta al made in Italy’

In arrivo due disegni di legge collegati alla manovra «per la riforma degli incentivi e per la valorizzazione del made in Italy». Ad annunciarlo, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro per le Imprese e il made in Italy  Adolfo Urso. «Per i prossimi mesi la strada quindi è tracciata. Ho già convocato per le prossime settimane i tavoli con le parti sociali, per un confronto nel merito», spiega. Il ministro rispedisce al mittente le accuse di condoni fiscali nella legge di Bilancio sollevate dall’opposizione. «Non vedo sanatorie – dice – ma misure che rispondono all’intenzione di ripristinare un rapporto corretto tra Stato e contribuenti».

Sugli sviluppi sull’ex-Ilva poi spiega di aver illustrato in Consiglio dei ministri i termini del nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal e Invitalia che ha come obiettivo il rilancio del sito, aumentando i target di produzione rispetto all’ultimo biennio e garantendo i livelli occupazionali. Inoltre, «si prevedono una riconversione green dell’impianto e investimenti per il polo di Taranto: dai campi eolici allo sviluppo del porto». Urso prosegue sottolineando che «il decreto legge prevede che i 680 milioni, già stanziati, possano essere utilizzati fin d’ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale».

Passando poi al dossier Ita, Urso esclude salassi di risorse pubbliche come per la vecchia Alitalia. «Questo governo – ricorda il ministro – è stato capace in poche settimane di risolvere l’emergenza Lukoil; di prefigurare una soluzione per Ita, che avrà un forte partner industriale; di rilanciare l’Ilva, garantendo al contempo risanamento ambientale e occupazione. E, spero entro il 31 dicembre, saremo in grado di dare indicazioni sulla rete Tim. Tutto sempre perseguendo l’interesse nazionale nel rispetto degli investitori stranieri. Anche sull’ex Ilva e sugli impianti di interesse strategico abbiamo seguito questa strada».

Il riferimento è al decreto legge approvato  in Consiglio dei ministri, con il quale lo Stato «potrà intervenire rapidamente laddove la gestione di queste imprese dovesse ritenersi inadeguata chiedendo, anche se socio di minoranza, l’amministrazione straordinaria». Nel merito della stessa problematica, Urso dà conto di un’altra importante novità. «I compensi degli amministratori straordinari di queste imprese – spiega, infatti – vengono parametrati ai risultati, incentivando chi risolve prima le crisi. E viene fissato un tetto ai compensi dei commissari liquidatori, che non potranno più raggiungere importi scandalosi».

Non poteva mancare, infine, la domanda sulle polemiche seguite in queste ore al ricordo pubblico  della nascita del Msi, partito di cui Urso è stato dirigente. «Le rispondo con le parole di Antonio Di Pietro in una trasmissione televisiva– replica il ministro – : “Possiamo dire che l’inchiesta di Mani Pulite non ha trovato tangenti nei confronti di un solo partito. E sapete qual è questo partito? Il Movimento sociale di Giorgio Almirante“. Forse – conclude – anche la sinistra europea avrebbe qualcosa da imparare, se fosse meno arrogante nell’emettere le proprie sentenze morali e storiche».

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