Anche stavolta il tentativo della sinistra di mettere in difficoltà il Governo si rivela un boomerang. Non riuscendo ad attuare un’opposizione costruttiva, Pd e M5S hanno presentato mozioni chiaramente strumentali che mettono in luce solo le loro difficoltà. Le contestazioni sollevate nei confronti del ministro Salvini sono pretestuose e lo dimostrano i fatti: il Governo è europeista e atlantista, a differenza di chi solleva distinguo sul sostegno all’Ucraina. Contro il ministro Santanchè sono state poi mosse accuse preventive, frutto del solito giustizialismo a intermittenza che è stato respinto con perdite dall’Aula. Il centrodestra si dimostra coeso e determinato a proseguire con forza nell’azione di Governo. Ad uscire indebolita è proprio la sinistra, che ha reso ancora una volta evidenti tutte le proprie contraddizioni confermandosi un cartello elettorale pieno di divisioni interne e privo di coerenza politica”, afferma il deputato di Forza Italia e Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante.
Matteo Salvini ha espresso la sua opinione sulla guerra tra Russia e Ucraina e sul presidente russo Putin. Il leader della Lega si è definito antifascista: “Io sto con l’Ucraina. Avevo stima di Putin fino all’invasione dell’Ucraina? Sì, come ce l’avevano Prodi, Berlusconi, Renzi e tutti i capi di governo che si sono succeduti. Ma io Putin l’ho visto una sola volta in vita mia. Io ci avevo fatto un accordo culturale. Nel momento in cui scateni una guerra passi dalla parte del torto, punto. Non c’è niente da disdire, perché non c’è niente in essere” ha dichiarato Salvini a Libero.
“Sono antifascista, sono anticomunista, userei la categoria liberale, ma sono tutte categorie superate. Credo in alcuni valori, la famiglia, la patria, la difesa dei confini” ha aggiunto, annunciando poi l’uscita del suo nuovo libro, che si intitolerà “Controvento”.
Per quanto riguarda Giorgia Meloni, Salvini ha dichiarato che hanno costruito “un rapporto di comunanza politica, i destini sono incrociati perché se va bene lei vado bene io e se vado bene io va bene lei. Diciamo che non sempre alcuni nostri reciproci rappresentanti sui territori sono alimentati dallo stesso spirito di collaborazione. Ma anche oggi su autonomia e premierato, pur venendo da due culture politiche diverse, noi federalisti e loro con un forte senso dello Stato centrale, siamo d’accordo”.