Tra le proteste dell’opposizione e il disappunto del presidente della Camera dei Deputati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha posto la fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto liberalizzazioni, nel testo delle commissioni identico a quello approvato dal Senato. La richiesta della dodicesima fiducia del governo tecnico era ampiamente scontata dopo il via libera dell’assemblea alla proposta di chiusura anticipata degli interventi sul complesso degli emendamenti. Ma sul decreto pesa il parere negativo espresso in mattinata in commissione Bilancio della Ragioneria generale della Stato. Quest’ultima ha messo in evidenza la mancata copertura finanziaria per cinque articoli del testo. Un problema tecnico rilevante su cui però la V commissione di Montecitorio ha deciso di glissare. La discussione si è però spostata in Aula, dove Lega e Idv hanno protestato a lungo per quella che giudicano una palese violazione dell’art.81 della Costituzione.
“Il decreto legge sulle liberalizzazioni non è coperto – ha detto il deputato del Carroccio Raffaele Volpi – e io mi appello al presidente della Camera e al presidente della Repubblica perché devono intervenire”. “Non votiamo per la sospensione della discussione – ha poi aggiunto Volpi rivolgendosi alla presidenza – , ormai stiamo votando per la sospensione della democrazia”. Anche l’Idv, con Massimo Donati, aveva spiegato che “la Ragioneria generale dello Stato ha di fatto dato parere negativo su ben 5 articoli del decreto in quanto non garantite le coperture finanziarie”. Un esame “nel merito di queste obiezioni della Ragioneria non c’è stato”, ha osservato Donadi che chiedeva un rinvio del decreto liberalizzazioni in commissione. Proposta bocciata dall’Aula di Montecitorio. Per il governo “non c’è nessun motivo di rinviare in commissione”.
Una presa di posizione che non è piaciuta a Gianfranco Fini tanto che il presidente della Camera ha espresso il suo “rammarico” per “l’insensibilità dell’esecutivo” che non ha dato “ulteriori elementi di valutazione” come richiesto in Aula. Richieste che, secondo il numero uno della Camera, avevano “fondatezza”. Una ammonizione commentata da Giarda con un freddo “ne prendo atto”. Parole che fanno ben capire l’aria tesa respirata oggi a Montecitorio.
Le dichiarazioni sul voto di fiducia inizieranno domani dalle 14.15 e dalle 15.45 partirà la chiama dei deputati. Il voto finale sul provvedimento ci sarà giovedì alle 19.30. A partire dalle 18.00 le dichiarazioni di voto in diretta televisiva.