Le discussioni e le liti sulla manovra hanno lasciato uno strascico di sfiducia nella maggioranza di governo, con il Pd e il Movimento 5 stelle che sembrano più distanti che mai. Almeno prendendo in considerazione il periodo di governo congiunto. La conferma della tensione arriva direttamente da Orlando, che ai microfoni del Corriere della Sera ha lanciato una provocazione a Luigi Di Maio, mettendo in dubbio la fiducia del leader del M5s nel Presidente del Consiglio che proprio i pentastellati hanno fortemente voluto a capo dell’esecutivo.
“La domanda è se Di Maio pensi di Conte ancora quello che pensava quando lo ha proposto premier. Perché in una coalizione, con forze molto diverse, il presidente del Consiglio è il punto di equilibrio. Se è venuta meno la fiducia sarebbe più onesto intellettualmente dirlo, così che si possano produrre altre forme di gestione delle tensioni“, ha dichiarato Andrea Orlando ai microfoni de il Corriere della Sera. Orlando ha però voluto sottolineare come la minaccia delle elezioni possa in qualche modo fungere da collante. “Non hanno interessi né Renzi a votare, né Di Maio a tornare con Salvini, il quale ha appena chiuso un accordo organico con Meloni e Berlusconi. Siamo sempre dentro il giochino delle minacce, della ricerca di visibilità e dei segnali indiretti. Senza rendersi conto che così si rischia di arrivare alle elezioni, quasi inavvertitamente”.
” Inevitabile poi un commento sulla prescrizione, uno dei nodi irrisolti nella maggioranza di governo. “Sulla prescrizione lavoriamo a un’ intesa sapendo che per noi la stella polare è tenere insieme vigenza della prescrizione e tempi certi del processo. Proporremo una soluzione che possa rappresentare una quadratura del cerchio e su cui in settimana cominceremo a confrontarci. Ricordo che l’attuale squilibrio è frutto di una scelta del ministro Bonafede, realizzata anche con i voti di Salvini. Vogliamo sbloccare l’impasse, anche perché la riforma del processo proposta contiene molte cose buone”.