Ai leader del G20 riuniti a Cannes, Berlusconi assicura che l’Italia rispetterà gli impegni e le misure anticrisi saranno definite in 15 giorni. A blindare il suo impegno la fiducia sulla legge di stabilità e sul maxiemendamento approvato dal Cdm. Il premier è pronto a giocarsi il tutto per tutto per rimanere in sella al governo. O con lui o contro di lui, in una ultima partita da giocarsi a viso aperto. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, assicura che l’esecutivo “ha i voti per finire la legislatura”. Questo a parole, ma nei fatti il governo Berlusconi, ad oggi, non ha più la maggioranza numerica a Montecitorio.
Dopo il trasloco nell’Udc di Alessio Bonciani e Ida D’Ippolito, e “non sono gli unici” assicurano i centristi, la maggioranza scende a quota 314 e il voto di fiducia promesso da Berlusconi a Cannes, per irrobustire le sue promesse ai partners europei, rischia di diventare una “mission impossibile”. Per evitare che il premier possa perdere il suo ultimo braccio di ferro con la sua maggioranza i vertici del partito stanno cercando di convincere i “malpancisti” a non far cadere il premier. I cellulari di Angelino Alfano e Denis Verdini stanno diventando roventi per le decine e decine di telefonate per rassicurare i “voti certi” e convincere gli incerti. I vertici del Pdl stanno cercando di fermare l’emorragia di deputati pronti a lasciare i gruppi di fronte allo stallo del governo e alla crisi economica. Il ragionamento con cui Verdini e Alfano stanno cercando di convincere i parlamentari di maggioranza è che se cadesse Berlusconi non è affatto detto che si costituisca un governo tecnico per finire la legislatura ma al contrario che si voti già a gennaio. Con altissimi rischi, visti i sondaggi, di non essere rieletti. Bisogna vedere quanti riescono a convincere. Ai vertici del partito sono convinti che il dissenso possa rientrare. Parallelamente si lavora ai fianchi di esponenti dell’opposizione: i radicali, ma anche, viene spiegato, deputati dell’area moderata del Pd. Di sicuro l’imboscata non ci sarà sul legge di stabilità perché il capo dello Stato ha chiesto a tutti i partiti, soprattutto a quelli delle opposizioni, di non gradire su questo provvedimento nessun incidente di percorso: da loro vuole una prova di unità nazionale. Si rischia e tutto, invece, sul maxiemendamento. E se dovesse cadere il governo non c’è altra strada che ricorre alle urne con elezioni anticipate. Lo dice non solo Alfano a nome del Pdl ma lo ripete anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. “Lo abbiamo detto: se cade il governo ci sono solo le elezioni, è molto semplice. Il nostro scenario è questo”, precisa il leghista.
E Verdini proprio per scongiurare il voto anticipato e convincere i parlamentari dissidenti a sostenere la maggioranza si spinge oltre e fa circolare la data del 29 gennaio 2012 per elezioni anticipate. Un modo ancora più semplice per dire ai “ribelli”: se non votate la fiducia non sarete più candidati con il Pdl, il tempo per organizzarvi è ridotto al lumicino e rischiate di non essere rieletti. Più che un avviso a tanti è sembrata una minaccia.
Dal canto suo, Silvio Berlusconi, continua a spiegare che la strada anti-dissidenti resta solo una: se hanno il coraggio mi sfiducino in parlamento. Eppure raccontano che il pressing nei suoi confronti perché faccia un passo indietro stia diventando sempre più forte, anche da parte di alcuni ministri e famigliari.