Dopo la condanna definitiva per peculato, arrivano le dimissioni dal governo della sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli
Salta la prima poltrona nel governo guidato da Giorgia Meloni. La sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico dopo la condanna definitiva a un anno e sei mesi per peculato per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte.
La parlamentare di Fratelli d’Italia è stata condannata per peculato per aver usato impropriamente soldi pubblici, i fondi destinati ai rimborsi per i gruppi consiliari. Cene, borse gioielli, spese per un totale di 25 mila euro che Montaruli si è fatta rimborsare impropriamente con i soldi della Regione.
Passo indietro della parlamentare di Fratelli d’Italia che arriva il giorno dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato la condanna a un anno e sei mesi per peculato nell’ambito del processo sulla Rimborsopoli alla Regione Piemonte.
“Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo per difendere le istituzioni“, scrive Montaruli in una lunga lettera con la quale annuncia le dimissioni.
Subito dopo la notizia della sentenza di condanna diversi esponenti dell’opposizione avevano subito chiesto le dimissioni dal governo della sottosegretaria. Dimissioni che sono arrivate oggi, sabato 18 febbraio.
Nonostante la condanna definitiva, l’esponente di Fratelli d’Italia si dice certa della sua innocenza. E spiega perché si è dimessa dall’incarico di governo.
Se non l’avesse fatto, scrive nella lettera, “sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla ‘protesta più forte’ di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa”.
“Ho la serenità di poter dire che non ho causato alcun ammanco alle casse pubbliche né altro danno alla pubblica amministrazione e ai cittadini”, afferma la deputata, che annuncia poi di riservarsi “di valutare l’opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea“.
I fatti risalgono al periodo tra il 2010 e il 2014, quando Augusta Montaruli sedeva tra i banchi del Consiglio regionale del Piemonte.