“Nel caso di una recrudescenza di pandemie, l’Italia non sarà più l’esperimento del modello cinese in occidente, basta alle formule del modello Speranza e degli apprendisti stregoni”, affermava Giorgia Meloni, dal palco della manifestazione del centrodestra a pochi giorni dalle elezioni.
Per contrastare il cosiddetto “modello Speranza”, il programma elettorale di FdI propone “la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali – come la ventilazione meccanica controllata nelle scuole e negli uffici, e il potenziamento dei trasporti – senza compressione delle libertà individuali”.
Le libertà, a quanto si apprende dal programma, saranno garantite da un netto ‘no’ all’obbligo di vaccinazione contro il Covid, sostituito da “informazione, promozione e raccomandazione alla vaccinazione, in particolare per fasce d’età a rischio e situazioni di fragilità”.
I cittadini avranno “piena libertà di scelta tra i vaccini autorizzati dall’Ema e dall’Aifa e richiami”.
Anche il green pass sarà solo un vecchio ricordo.
Potrebbe essere prevista la possibilità di screening negli ambienti a rischio, a tutela dei soggetti fragili.
Oltre alla revisione del Piano sanitario nazionale, è previsto l’aggiornamento dei piani pandemici e di emergenza.
Infine, dovrebbe essere istituita, sempre secondo il programma, una commissione d’inchiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia nonché sulle reazioni avverse da vaccino.
Queste le promesse, vediamo ora il momento del “fare” come lo illustra Marcello Gemmato, farmacista e responsabile della sanità di FdI, appena rieletto alla Camerae in lizza per sostituire Speranza.
Intervistato da Repubblica, ha sostenuto che per la gestione della pandemia finora “non ci si è mossi in punta di scienza”, ma secondo un “approccio ideologico”, al quale attribuisce il fatto che “siamo tra i primi al mondo per mortalità e letalità”.
“Tra iper chiusuristi e complottisti”, Gemmato afferma che FdI sta “nel mezzo, con la scienza”.
“Non seguiremo le virostar – garantisce Gemmato – ma scienziati con impact factor alto e magari le linee di indirizzo già prese in altri Paesi. Noi siamo sempre stati gli ultimi a riaprire, altri, come l’Inghilterra, sono ripartiti prima”.
Secondo il farmacista “vaccinare i bambini di 6 anni non ha avuto senso” perché “i dati ci dicono che la mortalità per il Covid riguarda persone dai 65 anni in su”. Il nuovo approccio alla strategia vaccinale promette quindi di “mettere in sicurezza gli anziani e chi ha problemi di salute”.
Fine anche dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario, per ora in vigore fino al 31 dicembre 2022.
Uno dei motivi per cui FdI si oppone all’obbligo è che, come dichiarato da Gemmato, “nelle menti dei più stolti, il vaccino imposto fa pensare che ci sia dietro un interesse delle multinazionali”.
Il responsabile della sanità di FdI non nega che mascherine, distanziamento e norme di buona condotta sanitaria sono utili ma ritiene che per quanto riguarda le mascherine si debba “valutare la circolazione e decidere se consigliarle e dove”.
Per esempio, ha spiegato che “in ospedale sarebbe auspicabile che si mettessero quando si entra in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva”.
Il green pass, attualmente richiesto solo per accedere alle strutture sanitarie, sparirà perché per FdI possedere il certificato e, dunque, essere vaccinati non impedisce i contagi. Il green pass, ha affermato il responsabile Sanità del partito presieduto da Meloni, dà una “falsa sicurezza”, non si tratta di una misura sanitaria e non parte da principi scientifici.
Se necessario, potrà essere invece richiesto un tampone che attesti la negatività.