Il governo Meloni accelera sul fronte del rinnovamento in Rai e “spinge” Carlo Fuortes verso il Teatro San Carlo di Napoli. La svolta che spiana la strada al cambiamento dei vertici di viale Mazzini è arrivata con l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto legge recante ‘disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici e società, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale’.
Nel provvedimento approvato è inserita una norma che fissa il limite massimo di 70 anni per il pensionamento dei sovrintendenti dei teatri lirici. Una misura ‘ad hoc’ che potrà essere applicata nel caso del presidente del San Carlo, Stéphane Lissner, che ha da poco compiuto proprio 70 anni. Anche se, come recita il comunicato finale del Consiglio dei ministri, “i Sovrintendenti attualmente in carica, che hanno compiuto i 70 anni di età alla data di entrata in vigore del decreto, cessano l’incarico a decorrere dal 10 giugno 2023”.
L’intervento normativo, spiega il MiC in una nota, “nasce da una generale esigenza di riordino di una materia segnata da evidenti incongruenze nella determinazione dell’età della pensione per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. C’erano, infatti, limiti diversi a seconda della provenienza e della nazionalità del soggetto. Una situazione che di fatto discriminava i cittadini italiani”.
Nulla di fatto invece per quanto riguarda l’altro nodo da sciogliere, ovvero la nomina del nuovo comandante della Guardia di finanza dopo che il generale Giuseppe Zafarana è stato indicato per il ruolo di presidente di Eni. La premier Meloni, secondo quanto si apprende, avrebbe avuto un lungo confronto con il sottosegretario Alfredo Mantovano e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non concordi sul da farsi: il primo punterebbe infatti sul generale Andrea De Gennaro, comandante in seconda e fratello di Gianni, ex capo della Polizia, mentre il titolare del Mef preferirebbe il generale Umberto Sirico, attuale comandante dei Reparti speciali della Gdf.
Per quanto riguarda il discorso legato a Fuortes, a questo punto spetterà sempre al governo compiere i prossimi passi che potrebbero portare alla fine della sua era in Rai. Un’era che, secondo quanto apprende LaPresse, in ogni caso non si chiuderà in occasione del Consiglio di amministrazione a viale Mazzini. La questione non è all’ordine del giorno della riunione e da parte di Fuortes non ci sarà nessun passo indietro. Con l’entrata in vigore del decreto, la palla passerà al consiglio di indirizzo della Fondazione del San Carlo che dovrà indicare il nome del possibile erede di Lissner. Sarà poi il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ad avallare questa proposta e firmare il decreto di nomina del nuovo sovrintendente. Nessun arroccamento, secondo quanto filtra, da parte di Fuortes: se sarà chiamato per un altro incarico, lascerà la Rai. Non è da escludere che il passaggio di consegne in Rai sia preceduto da un nuovo incontro tra la premier Meloni e Fuortes.
Sul tavolo c’è anche la questione sempre più urgente del varo dei nuovi palinsesti estivi della Rai, a cui -si apprende- Fuortes sostiene di non avere ancora messo mano non per arroccarsi sulla sua posizione o per ‘sabotare’ il governo, bensì per una forma di rispetto nei confronti del governo stesso e per lasciare che siano i nuovi vertici designati da Palazzo Chigi a dettare la linea a viale Mazzini.
Mentre il governo mette mano ai limiti di età per i direttori stranieri di teatri e fondazioni liriche, una vicenda che riguarda molto da vicino Carlo Fuortes, sul sito della Rai emergono gli stipendi dei manager, a partire dallo stesso amministratore delegato, e dei giornalisti di punta. “Non possono che lasciare interdetti. Gli stipendi dei dipendenti Rai pari o superiori a 200mila euro sono infatti resi noti dalla stessa società italiana concessionaria del servizio pubblico radiofonico e televisivo sul proprio portale” la spiegazione di Affari Italiani, che fa un lungo elenco di nomi di questa lista.
Il tetto massimo fissato dalla legge è quello di 240mila euro lordi l’anno e sono in molti a percepire tale cifre, che, con le 14 mensilità, si traduce in un bonifico da poco più di 17mila euro lordi al mese. Questo stipendio è riconosciuto all’ad Fuortes, alla giornalista Bianca Berlinguer, a Silvia Calandrelli, direttore Cultura ed Educational, ad Alessandro Casarin, direttore Testata Giornalistica Regionale, a Paolo Del Brocco, amministratore delegato Rai Cinema, a Monica Maggioni, direttrice del Tg1, ad Antonio Preziosi, direttore Rai Parlamento, e a Roberto Sergio, direttore Rai Radio. Un gradino sotto Stefano Coletta, direttore Intrattenimento Prime Time, che accumula 226mila euro annui, e Sigfrido Ranucci, vice direttore nell’ambito della Direzione Approfondimento, a quota 229mila euro. Marco Franzelli, direttore Rai Sport, guadagna 207mila euro, mentre Luca Milano, direttore Rai Kids, riceve un assegno da 221mila euro annui. A concludere c’è Marinella Soldi, presidente della Rai, che si ferma a 180mila euro lordi all’anno.
Lo stipendio medio annuo di un manager o di un direttore Rai viaggia attorno alla cifra di 228mila euro lordi che, spalmati su 14 mensilità, si traducono in 16.200 euro al mese. In totale sono 75 i manager Rai che ogni mese ricevono un bonifico di questa entità” l’analisi finale del sito.