In tredici mesi questo governo ha stravolto la politica estera ed europea dell’Italia, facendone due politiche estere di partito, incoerenti tra loro e ancor piu’ con l’interesse nazionale, che entrambi rivendicano di servire. Dopo il voto difforme tra Lega e 5 Stelle sulla presidenza della Commissione europea serve un chiarimento interno tra i due partiti, ma e’ opportuno che della questione venga investito anche il Parlamento, con un ampio dibattito. Chi decide questa politica estera ? Vi e’ un documento strategico segreto, alla base del radicale riposizionamento dell’Italia? E’ un documento italiano odi qualche potenza ostile alla Ue?”. Lo ha detto in una intervista a “la Repubblica” l’ex premier, senatore a vita, Mario Monti, che e’ stato anche Commissario europeo. Che lezione trae da questo voto che ora fa traballare il governo? “Innanzitutto una lezione europea. C’e’ una punta di paradosso, ma poche settimane dopo un’elezione che ha visto un notevole successo di partiti sovranisti e antieuropei, si avvia a nascere una Commissione che ha dalla sua una maggioranza per ora ristretta, ma che si e’ espressa a favore di un programma piu’ ambizioso di quelli mai presentati in passato e con un traguardo quasi federalista. L’Europa si preannuncia interessante. E la notizia della sua morte — si ricorda quando nei mesi scorsi membri dell’attuale maggioranza italiana dicevano che con la nuova Commissione, da loro animata e forse presieduta, sarebbe cambiato tutto a cominciare dai vincoli di bilancio? — era quantomeno prematura”. Ma una presidente eletta con un cosi’ scarno margine come Ursula von der Leyen avra’ possibilita’ di incidere davvero? “Una maggioranza di soli 9 voti e’ esigua. Ma la questione si pub anche vedere in un altro modo: chi avrebbe mai potuto dire che ben 383 europarlamentari si sarebbero schierati a favore di una visione dell’Europa cosi’ avanzata? Il programma della von der Leyen, forse non tutti lo hanno capito, ha implicazioni forti in direzione di un’Europa piu’ comunitaria e meno intergovernativa. Il potere di veto che oggi gli Stati membri hanno su molte materie in Consiglio e’ qualcosa che la nuova presidente dichiara debba essere un giorno superato”.
Sempre se la Commissione riuscira’ a seguire il programma… “Certo, ci saranno delle opposizioni. Pero’ non e’ un progetto presentato da un qualche intellettuale federalista, bensi’ da una personalita’ politica che ha due caratteristiche precise: ha avuto la fiducia unanime — unanime anche se le sarebbe bastata la maggioranza qualificata — nella designazione da parte dei capi di Stato edi governo. Ed e’ tedesca. Questo puo’ piacere piu’ o meno; ma rimane che non e’ espressione, con tutto il rispetto, del Portogallo o del Lussemburgo, bensi’ di un Paese forte e che vede nella Ue anche una redenzione da un tragico passato. La nuova presidente, almeno all’inizio, sentira’ attorno al collo molto lasco il collare che i governi cercano di mettere alla Commissione”. Dunque, chi dice di volere un’altra Europa ma non ha votato Ursula von der Leyen, come la Lega, e’ miope o fedele alle proprie idee? “Non sono certo sorpreso che la Lega abbia votato contro. II modo in cui intende l’Europa la nuova presidente e’ antitetico al loro. Ne’ mi stupisce che i 5 Stelle abbiano invece votato a favore. Fin dall’ingresso in scena di questo movimento ho fatto presente che non vedevo grandi contraddizioni tra il loro programma e l’Europa; anzi, dopo le elezioni del marzo 2018 mi ero permesso di suggerire ad alcuni dirigenti del Pd che sarebbe forse valsa la pena di cercare il dialogo con i 5 Stelle proprio sull’Europa, per aiutarli, in modo maieutico, a capire che nelle loro vene non scorre lo stesso sentimento antieuropeo della Lega”. Un dialogo che torna possibile dopo il voto spaccato. “Non vorrei avventurami a dire questo, anche perche’ penso che prima di tutto la Lega e i 5 Stelle debbano fare una riflessione seria su quello che e’ successo. E poi non dimentichiamo che Di Maio e Salvini sono entrambi autori non autorizzati di lampi e tuoni che vengono percepiti all’estero come la politica estera dell’Italia, mitigati solo dai puntuali interventi e dalla “moral suasion” del Presidente della Repubblica e, nel periodo piu’ recente, da una presenza finalmente piu’ assertiva del premier Conte”. “Basta pensare – aggiunge – alle posizioni prese dal vicepremier e leader dei 5 Stelle sui ‘gilet gialli’ francesi. In quanto a dichiarazioni aggressive e gradasse, va detto comunque che il suo collega della Lega si e’ distinto. Sono certo che Salvini, da persona pragmatica e capace come e’ in politica — anche se di sicuro piu’ capace di prendere voti che di governare– fara’ tesoro di quel che e’ accaduto in Europa, mentre finora ha mostrato una spiccata incapacita’ di comprensione delle vicende internazionali ed europee”.
Poi spiega a che livello e’ oggi la credibilita’ internazionale dell’Italia. “Distinguiamo: l’Italia come Paese con le sue imprese e le sue universita’ continua ad essere un partner credibile. In alcuni rari casi, come quello delle Olimpiadi invernali, c’e’ stata anche la capacita’ di fare squadra. Ma politicamente oggi il Paese si presenta in Europa e nel mondo disarmato; anzi, peggio, armato contro se stesso. Le uscite improvvisate a cui non segue nessuna azione in grado di cambiare le cose, hanno il solo effetto di rafforzare alcuni stereotipi sudi noi”. Gli affari russi degli stretti collaboratori di Salvini creano un danno solo a lui o al Paese? “Salvini ha creato un problema di reputazione forte per l’Italia. E non solo ora, ma da ben prima, con una lunga serie di atti e dichiarazioni, come quella in cui gia’ lo scorso anno diceva a Mosca che la’ si sentiva molto piu’ a casa e al sicuro che in tante capitali di Paesi Ue. Un capo politico italiano che non ha alcuna competenza in politica estera non puo’ andare a blandire gli avversari — non voglio dire i nemici — dell’Europa. Cosi’ diventiamo un Cavallo di Troia piazzato in Europa. Si tratta di una palese azione io credo contro l’Italia, di sicuro contro l’Unione di cui l’Italia fa parte. Questo mi pare gravissimo”. Monti rileva infine come “abbiamo due partiti che secondo le loro dichiarazioni vogliono cambiare l’Europa. Ma la loro agenda,ridotta all’osso, e’ fatta di due istanze: fate la vostra parte sull’immigrazione — che e’ una richiesta sacrosanta — e per il resto non rompeteci le scatole… Soprattutto, lasciateci continuare nella nostra convinzione che l’Italia cresce e crea lavoro se c’e’ tanto deficit pubblico. E non venite a sottilizzare se con il deficit noi facciamo spesa corrente o investimenti. Ora, la Ue puo’ piacere o meno, ma e’ un po’ piu’ complessa di quello che lascia capire questo approccio. Non servono schiaffi, pugni e dichiarazioni roboanti, ma un lavoro tenace, continuo, con alleanze: un lavoro che non da’ popolarita’ immediata per se’, come invece il preannuncio di pugni che non verranno mai picchiati, ma risultati per il Paese, se si ottengono politiche o modifiche di regole utili per l’Italia”, ha concluso Monti.