Sulla prescrizione della Guardasigilli Marta Cartabia scoppia un nuovo attrito ed è un comma di cinque righe a riaccendere lo scontro. Che riguarda la ex Cirielli di berlusconiana memoria. Alla Camera, in commissione Giustizia, mercoledì scorso  approda il testo della riforma del processo penale. Fresco di bollinatura della Ragioneria. All’articolo 14, tutto sulla prescrizione, contiene un comma che piace ai 5stelle. Lo aveva già proposto l’ex presidente della Consulta Giorgio Lattanzi incaricato da Cartabia di presiedere il gruppo di lavoro sul processo penale, e loro erano d’accordo. Prevede che la durata della prescrizione sia pari al massimo della pena più la metà. Viene cancellata così la legge di Berlusconi, la ex Cirielli del 2005 che invece la rende pari al massimo della pena più soltanto un quarto.

Poi, giunge da via Arenula un altro testo, con la firma digitale di Cartabia. La ex Cirielli resta com’è. E le righe spariscono sostituite da altro. M5S s’insospettisce e s’arrabbia. Anche perché gli emendamenti di Cartabia erano già stampati e pronti per essere subemendati. Nel frattempo parte la sfilata degli esperti, l’Anm, toghe famose, notissimi avvocati, le Camere penali. A ridosso delle 19 una netta precisazione del ministero della Giustizia. Nessuna marcia indietro sulla prescrizione, ma solo un “errore materiale”. Già chiarito con palazzo Chigi. Cosa sarebbe accaduto? Via Arenula ha inviato a Chigi un testo sbagliato della riforma rispetto a quello discusso in consiglio dei ministri. Un testo con la modifica della legge Cirielli che non figurava invece tra gli emendamenti ufficiali discussi e approvati durante il consiglio dei ministri di venerdì scorso. Chigi ha passato il testo alla Ragioneria che lo ha “bollinato”. Tornato di nuovo alla Giustizia è stato girato alla commissione della Camera presieduta da Mario Perantoni di M5S.


Video: Riforma giustizia verso un accordo (Mediaset)

Ovviamente l’articolo 14, quello sulla prescrizione, rappresenta il focus del testo. Di certo c’è che la ministra Cartabia nega recisamente qualsiasi arretramento. Ma per M5S quella che invece viene considerata “una marcia indietro” finirà sul tavolo di Giuseppe Conte quando oggi incontrerà Mario Draghi.

La riorganizzazione della giustizia riguarda anche altri punti, a partire dal rinvio a giudizio, alla priorità dei processi, il carcere riservato «solo ai reati più gravi», e «pene alternative» per gli altri: la detenzione domiciliare, la semilibertà, il lavoro di pubblica utilità e la pena pecuniaria. Si allarga la gamma dei reati che possono rientrare in questa categoria: non saranno solo quelli di competenza del giudice di pace e la guida in stato di ebbrezza. Inoltre, se adesso la pena pecuniaria vale solo per i reati per cui è prevista una pena fino a sei mesi, i mesi diventeranno dodici.

Il traguardo della riforma in aula già venerdì 23 sembra davvero complicato. Anche se i partiti favorevoli a Cartabia, tutti tranne M5S e FdI, potrebbero ritirare gli emendamenti. Ma la discussione potrebbe slittare alla settimana successiva.