Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, al suo arrivo alla Camera per partecipare all'assemblea congiunta dei gruppi M5s con all'odg "l'analisi della situazione politica", Roma, 12 agosto 2019. ANSA/CLAUDIO PERI - ANGELO CARCONI

Governo: Online appello attivisti M5s, rivotare su Rousseau

Restano agitate le acque in casa M5s in vista del voto di fiducia di mercoledì sul governo Dragi. Un appello “al Capo Politico pro tempore o in sua vece al Garante” per chiedere, tra l’altro, un nuovo voto su Rousseau è comparsa in rete.

Si chiede l’immediata apertura di una discussione su Rousseau per poter valutare, tra l’altro, sull’ “immediata nuova consultazione, che ponga gli iscritti nella possibilità di esprimersi sulla base di un quesito onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del Movimento 5 Stelle nel Governo Draghi, e quindi una chiara espressione di voto degli iscritti, tale da consentire ai Portavoce nazionali di non avere dubbi sull’indirizzo politico dell’Assemblea al quale uniformarsi”

La petizione che gira on-line tra la base e che porta la firma di una settantina di iscritti al M5s, parlamentari come Barbara Lezzi,Luisa Angrusani, e Bianca Laura Granato e portavoce locali come Francesca De Vito e Marì Muscarà.

“La perdita di credibilità oltre che di compattezza, per non aver dato seguito ad una votazione reale e concreta sul Governo Draghi, ha portato il gravissimo volontario allontanamento di Alessandro Di Battista che si traduce in una incommensurabile perdita di un esponente che ha incarnato la forza propulsiva del Movimento, concorrendo alla sua creazione e formazione identitaria, sin dalle origini”. Lo scrivono in un appello per tornare a votare su Rousseau, attivisti e parlamentari del Movimento. Nella petizione i sottoscrittori, in qualità di iscritti al M5S, lamentano che ormai da troppi mesi assistono “impotenti alle conseguenze di decisioni politiche e di scelte calate dall’alto, che stanno causando danni irreversibili all’immagine del Movimento, alla coesione interna ed al suo radicamento”. E ricordano che le ragioni della nascita del M5S si basava sulla volontà di dare il controllo delle scelte politiche ai cittadini, attraverso strumenti trasparenti di “democrazia partecipativa” per costruire “proposte programmatiche” e non certo da “compromessi o strategie e convenienze politiche ed economiche”. Insomma, “è ormai sotto gli occhi di tutti il dato allarmante del crollo dei consensi che dal 2018 vede una drastica diminuzione nei sondaggi di almeno il 50%”.

“Pretendere dai nostri portavoce nazionali il voto di fiducia al governo Draghi e di punirli con l’espulsione, sulla base dell’art. 11 dello statuto del M5S, in caso di dissenso, è da ritenere profondamente illegittimo e ingiustificato, vista la confusione creata dalla totale incoerenza e tendenziosità del quesito sottoposto, con quanto si deve andare a votare in Parlamento”. Lo scrivono i sottoscrittori della petizione per tornare al voto degli iscritti M5ssu Rousseau: gli stessi non escludono di adire le vie legali qualora non vengano adottati i provvedimenti richiesti. C’è infatti la possibilità che possano ricorrere in tribunale affinché ordini il rinnovo delle consultazioni.

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