Il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha sciolto la riserva, accettando l’incarico conferitogli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il giuramento del nuovo governo è previsto per giovedì alle ore 10:00.
Giuseppe Conte è salito alle 14.30 al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sottoporre al capo dello Stato la lista dei ministri. Il tavolo finale sul programma di governo si è aperto alle 9 di questa mattina per concludersi poco prima delle 12. Intorno alle 13 è iniziata la seconda riunione per stilare la lista definitivadei ministri. A conclusione dei vertici, il premier è salito al Quirinale.
Alle riunioni hanno partecipato i capigruppo alla Camera e al Senato dei partiti dell’esecutivo giallorosso. Il Pd è stato rappresentato al tavolo da Graziano Delrio e Dario Stefano, il M5s da Francesco D’Uva e Francesco Patuanelli e Leu da Loredana De Petris e Federico Fornaro.
Le dichiarazioni sul Conte Bis
“Abbiamo fatto un ottimo incontro. Abbiamo messo a punto un programma molto serio e condiviso” ha dichiarato ai microfoni di Sky Tg24 Graziano Delrio al termine del vertice per la formazione del governo. Spiegando che “al centro del programma ci sono il lavoro e le famiglie”.
Il capogruppo del Partito Democratico alla Camera, dopo aver sottolineato l’esigenza di una nuova legge sull’immigrazione, ha confermato di non far parte della squadra dell’esecutivo, smentendo le voci su una sua nomina al Ministero del Lavoro: “Non sono mai stato nella squadra di governo. Sono molto contento che la squadra sara’ all’altezza delle sfide del Paese”.
Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto in Senato, ha dichiarato invece, riguardo il programma del prossimo governo: “È un buon inizio per un esecutivo che potrebbe cambiare molto nel nostro Paese”. La senatrice di Leu ha parlato di un “tavolo programmatico” non incentrato sui nomi dei capi dei dicasteri.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è intervenuto sulla possibile nomina di Luciana Lamorgese come ministro dell’Interno. Ai microfoni di Sky TG24 si è detto soddisfatto dell’evenutalità di avere “qualcuno che capisca bene Milano e le ragioni del Nord” al Viminale.
Le critiche: Salvini e Toti scettici
“Leggevo che Luigi Di Maio potrebbe fare il ministro degli Esteri. Ma come si fa? Come si fa a passare da un ministero con 150 crisi aziendali aperte agli Esteri nel giro di un mese?” ha dichiarato Matteo Salvini ai microfoni di Agorà, su Rai 3, questa mattina.
Su Twitter ha poi aggiunto “5 Stelle, dalla rivoluzione alla casta in ammucchiata col Pd. Giustizia, lavoro, tasse, immigrazione. Non sono d’accordo su nulla, eccetto che su una cosa: sfuggire a tutti i costi dal giudizio degli elettori. Che arriverà”.
A quelle del segretario della Lega hanno fatto eco le dichiarazioni del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Aspetto con ansia, ma soprattutto con preoccupazione, di vedere quali risposte al Paese potrà dare un Governo le cui parti politiche la vedono all’opposto su tutto, a partire dalla Gronda di Ponente, le grandi opere più in generale, l’industria, la sanità tra no vax e legge Lorenzin, l’economia tra lavoro e reddito di cittadinanza”.