Da un lato il pressing dell’Europa sulla vicenda del debito rispetto alla quale la prossima, delicata deadline è fissata per il prossimo mercoledì quando la Commissione Europea potrebbe decidere di aprire la procedura d’infrazione, dall’altro le tensione tra Lega e CinqueStelle che non sembra diminuire. Anzi. Risultato? Il terreno sul quale poggia l’esecutivo è sempre più a rischio.
A indicare lo stato dei rapporti tra Cinquestelle e Lega arrivano anche le parole pronunciate da Matteo Salvini al termine delle celebrazioni per la Festa della Repubblica: “Se mi danno una mano a fare le cose vado avanti come un treno, se qualcuno ha voglia di litigare torniamo da voi e mi dite cosa fare, perché non abbiamo tempo da perdere”. Insomma, il ministro dell’Interno evoca senza troppi giri di parole il ritorno alle urne. Una possibilità piuttosto concreta nelle ultime ore, a detta anche di parecchi esperti.
A parata non ancora conclusa arriva il tweet al veleno del leader del Carroccio che ha come bersaglio proprio il presidente della Camera: “Io – scrive il titolare del Viminale – dedico la Festa della Repubblica all’Italia e agli Italiani”.
L’interrogativo che serpeggia dalle parti del Colle con sempre maggior insistenza è quanto ancora potrà andare avanti il “matrimonio” tra Lega e CinqueStelle, uniti – in teoria – dallo sbandierato Contratto, ma divisi di fatto – in pratica – da visioni opposte su più argomenti.
La “missione” del Quirinale è approvare la manovra facendo affidamento su un Governo compatto, per salvare i conti pubblici ed evitare l’esercizio provvisorio, mantenendo un rapporto civile con l’Unione europea.
Mentre continuano senza sosta le schermaglie il Colle, facendo presagire scenari nefasti con diversi analisti pronti a scommettere che il voto anticipato avanza a grandi passi, si apre una settimana ad altissima tensione sull’asse, sempre più caldo, Roma-Bruxelles.
Dopo la replica – con tanto di “giallo”- inviata alla lettera della Commissione che tirava le orecchie al nostro Paese per il mancato rispetto della regola del debito, l’esecutivo UE sembrerebbe intenzionato a optare per il “pugno duro” e si prepara a far scattare l’iter che potrebbe portare alla procedura d’infrazione . Un nuovo segnale, tutt’ altro che positivo, da parte dell’Europa potrebbe arrivare mercoledì 5 giugno in occasione delle raccomandazioni ufficiali della Commissione e il sempre più probabile, appunto, avvio della procedura.
Sul fronte interno, riflettori puntati su dl Crescita e Sblocca cantieri. Il primo dovrebbe approdare in Aula domani martedì 4 giugno per la discussione generale, mentre il secondo procede a rilento: l’esame da parte dell’Aula del Senato doveva iniziare giovedì scorso, ma è stato rinviato a martedì.
Nella giornata di oggi, lunedì 3 giugno, attesa per il discorso del Premier Conte intenzionato a fare il punto della situazione per ribadire il suo ruolo centrale, in un momento delicatissimo, probabilmente il più complicato dalla nascita del Governo gialloverde.
“Intendo fare il punto della situazione: voglio parlare agli italiani. Farò una conferenza stampa e tutto sarà chiaro. Come ho sempre detto questo è il governo del cambiamento e della chiarezza”, aveva anticipato lo scorso 31 maggio. “Abbiamo sempre rivendicato un cambiamento nel segno della chiarezza, sicurezza del cammino, che sia strategico e che proceda in modo lungimirante e senza strappi. Dobbiamo afferrare queste premesse e queste condizioni per poter proseguire”, ha aggiunto
Si fanno sempre più strada due scenari: o si vota a settembre, nella seconda metà del mese con lo scioglimento delle Camere già nella seconda metà di luglio e a quel punto sarebbe poi cura del nuovo governo varare una finanziaria che si annuncia durissima. Oppure, “incrociare le dita” sperando che l’esecutivo regga, seppur in mezzo a mille difficoltà, affidando al Governo Lega-Cinquestelle la manovra come atto finale. Se passasse questa linea, le elezioni si terrebbero a febbraio 2020.