La sfida per il 2021 deve essere quella del rilancio. Dopo un anno terribile, bisogna impegnarsi sulla campagna vaccinale e sulla ripresa economica. Eppure in queste ore il dibattito politico è incredibilmente avvitato sulla possibile crisi di governo, che sarebbe una sciagura. Basti immaginare a tutte le conseguenze che porterebbe, cominciando dall’irritazione dei cittadini che chiedono risposte concrete. L’agenda del governo, e della maggioranza che lo sostiene, deve concentrarsi sulle questioni reali. L’occupazione, il sostegno alle imprese, alle attività commerciali sono i temi da trattare.
Una crisi di governo sarebbe, ad esempio, una reale sciagura per il Movimento Cinque Stelle dove, in virtù della regola del doppio mandato, molti non potrebbero ricandidarsi. Molte posizioni apicali dei pentastellati pensano a una modifica del regolamento che permetterebbe loro non di aprire la scatola di tonno, leggi il parlamento, ma di chiuderla sigillandola.
La Stampa ha raccolto confidenze del gruppo dirigente, unitamente a ministri, sottosegretari, deputati e senatori, che pensavano concretamente a superare questo scoglio. Molti credono di superare il tutto attraverso una probabile lista Conte che potrebbe candidarli. Ovviamente non considerano che in tal modo sottrarrebbero voti ai Cinque Stelle che, in virtù dei sondaggi, sarebbero in pauroso calo. Ovviamente Conte ha ben chiara la reale fragilità del Movimento e potrebbe volgere il tutto a proprio beneficio.
Matteo Renzi, dal canto suo, non vuole fare passi indietro chiedendo che i fondi Recovery siano gestiti in modo diverso, così come vuole che il premier lasci la delega sui Servizi Segreti e, forse, vuole entrare nel prossimo esecutivo come ministro. Ma vuole, più di ogni altra cosa, che il prossimo governo non sia guidato da Giuseppe Conte.
Sta di fatto che, parlando di crisi, sia che essa sia un rimpasto, una crisi pilotata che porti alla nascita di un nuovo governo, è necessaria una forte intesa politica tra le forze della coalizione per garantire una una solida vita al governo.
Nel corso di una riunione tenutasi ieri a Palazzo Chigi la ministra di Italia Viva, Teresa Bellanova, si è scagliata contro la linea dell’esecutivo che pensa di abbassare l’indice Rt per giustificare nuove restrizioni atte ad evitare una terza ondata di contagi. ‘Ancora una volta di più – avrebbe detto la ministra delle politiche agricole alimentari e forestali nel corso del vertice di questa mattina – verifichiamo l’insufficienza del sistema sanitario, sancita dalla necessità di far scattare le Regioni arancioni o rosse con soglie di Rt più basse di quanto indicato in precedenza per evitare ulteriori criticità. E si verifica l’insufficienza e la poca chiarezza sul Piano vaccinale. Se si vuole uscire da questo stallo dando un messaggio chiaro ai cittadini c’è un solo modo: continuare puntuale tracciamento e far chiarezza sul piano vaccinale. Il solo messaggio restate in casa è evidente che psicologicamente ed economicamente ai cittadini non basta più. A fronte di un sacrificio che chiediamo certezze. E io per i dati che leggo, ancora ne vedo poche’.
Al momento importante resta la gestione della pandemia, del piano vaccinazioni, e la gestione chiara dell’utilizzo dei fondi Recovery, realtà che ritengono necessari veri chiarimenti tra le forze politiche legate alle intese e non ad improvvisazioni legate al rendiconto personale.