La guerra di posizione in superficie, il filo del dialogo sottotraccia. Il doppio binario che porterà M5S e Lega al vertice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini e alle consultazioni al Colle non cambia il trend degli ultimi giorni, si arricchisce di nuove, e finte, schermaglie tra i rispettivi leader e vede, allo stesso tempo, riemergere l’asse tra i due partiti sull’elezione a Riccardo Fraccaro come questore anziano.
I nodi, al momento, restano, a partire dalla premiership, rivendicata da Di Maio e alla quale Salvini non ha alcuna intenzione di rinunciare ponendosi a capo della coalizione più votata, quella di centrodestra. La giornata vede M5S, Lega e FI fare un piccolo passo avanti con gli incontri tra i capigruppo sul programma, ai quali partecipa anche Leu. ‘Ci sono convergenze su temi importanti a destra e a sinistra’, spiega Di Maio attaccando l’assenza del Pd ai colloqui: ‘sta ancora portando avanti la linea di porsi come freno al cambiamento’.
Anche da Lega, FI e Leu arriva un giudizio positivo sugli incontri che, tuttavia, si inseriscono in una nuova giornata di scontro tra Salvini e Di Maio. E’ il primo a lanciare il sasso rilanciando il tweet di un’intervista in cui il Dem Michele Anzaldi è durissimo sul reddito di cittadinanza, bollandolo come ‘mera propaganda non mantenuta’. Il ritweet di Salvini spiazza un po’ il M5S. Di Maio riunisce i suoi a pranzo per fare il punto e Alfonso Bonafede precisa che il reddito di cittadinanza è una misura diversa da quello universale, al momento non percorribile. ‘Lo sanno tutti tranne Anzaldi, e il reddito di cittadinanza si farà’, spiega il deputato M5S. Tra i poco più di dieci punti che i capigruppo M5S Danilo Toninelli e Giulia Grillo propongono a FI e Lega, assicurano nel Movimento, c’è’ anche il reddito di cittadinanza, sebbene declinato semanticamente in altro modo. Sostegno ai poveri e alle famiglie, tagli alle tasse alle imprese e abolizione della Fornero sono tra i temi citati nei colloqui.
In mattinata i capigruppo 5 Stelle Grillo e Toninelli avevano incontrato gli altri presidenti di Camera e Senato. Alla fine tra Movimento e Fi resta lo scoglio del ruolo di Silvio Berlusconi. Ci sono temi difficili, dice Toninelli dopo l’incontro con Anna Maria Bernini: ‘Noi ci battiamo per una seria legge sul conflitto di interessi e contro l’evasione fiscale’.
In realtà il messaggio recapitato ai grillini dalle due capigruppo forziste, Gelmini e Bernini, è chiaro: ‘L’interlocuzione sul governo è solo con Silvio Berlusconi’. Nessun problema a discutere di contenuti programmatici, anzi, i due partiti hanno deciso di proseguire il dialogo parlamentare. Ma la partita del governo non sarà materia degli incontri.
In realtà Silvio Berlusconi continua ad essere un problema, e non solo per Salvini e Di Maio, ma per l’intera comunità italiana. Da vecchia cariatide pensa ancora a ricandidarsi e attende solo il via libera da Strasburgo, e non solo. Di sicuro diverrà il premier dei centenari.
Di certo c’è poi che l’istanza di riabilitazione è stata depositata in cancelleria lunedì 12 marzo, quattro giorni dopo che erano trascorsi per intero i tre anni previsti dalla legge dopo i quali Silvio Berlusconi avrebbe potuto chiedere ai giudici di essere riabilitato.
La riabilitazione è un obiettivo decisivo per il leader di Forza Italia perché è quella che gli consentirebbe di potersi candidare di nuovo ad eventuali elezioni, diritto che fino ad ora gli è stato negato dall’articolo 15 della legge Severino che sancisce, appunto, l’incandidabilità al Parlamento per i sei anni successivi a una condanna definitiva. Contro questo divieto il Cavaliere ha fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Strasburgo ha cominciato ad esaminarlo a novembre scorso, ma la sentenza potrebbe non arrivare prima del prossimo autunno. Nel caso di Berlusconi, la Cassazione ha messo la parola fine al processo per frode fiscale relativo ai diritti tv Mediaset il primo agosto del 2013, quando fu confermata la pena a quattro anni di reclusione, tre dei quali furono cancellati dal condono. Quello che restava il Cavaliere l’ha poi scontato in affidamento in prova ai servizi sociali presso l’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone dove, un giorno la settimana, per quattro ore, ha svolto fino all’8 marzo del 2015 ‘attività di volontariato’ a favore degli anziani ricoverati.
L’istanza della difesa dell’ex Premier sarà esaminata dal Tribunale di sorveglianza di Milano in composizione collegiale, cioè da due giudici togati e da due giudici onorari, in camera di consiglio, non in un’udienza, con un iter procedurale piuttosto veloce, come lo è per tutti gli altri casi simili che a Milano in media vengono chiusi in un paio di mesi. Se così sarà anche nel caso del Cavaliere, e se il verdetto sarà positivo, Berlusconi potrebbe essere pronto per una candidatura anche prima dell’estate. E in un momento politico incerto, con la possibilità nemmeno tanto remota che si torni alle urne nel giro di un anno o meno, un Cavaliere che ora pare spiazzato dalle mosse di Di Maio e Salvini avrebbe tutto il tempo per preparare la corsa alle urne e tornare a dire la sua anche in Parlamento.
Berlusconi a parte continua il dialogo tra M5s e Lega e la prossima settimana, prima delle consultazioni al Quirinale dal 4 aprile, Di Maio e Salvini dovrebbero incontrarsi.
In realtà il filo del dialogo non si è mai spezzato. ‘Stanno facendo come i gamberi, un passo avanti e due dietro’, spiega un esponente del MS5 mentre chi era presente al pranzo con Di Maio predica prudenza: ‘nessuno vuol tornare al voto, bisognerà attendere almeno tre settimane’. Bisognerà attendere al meno un paio di giri di consultazioni, poi i nodi verranno al pettine. Anche perché incombe il test Def, sul quale lo scontro sembra smussarsi. ‘Se ci sarà una risoluzione unitaria ci sarà il governo’, è l’auspicio del M5S.