Cena al Hilton Hotel. Il presidente Usa Barack Obama ha partecipato alla serata di gala della più importante organizzazione italoamericana: la National Italian American Foundation. Accolto dagli applausi della comunità italoamericana, Obama si è subito guadagnato la simpatia delle 2.500 persone sedute ai tavoli della International Ballroom del Washington Hilton Hotel. Il presidente ha aperto il suo intervento pronunciando, in italiano, le parole ‘Viva l’Italia’. ”L’Italia e’ uno dei nostri maggiori alleati, uno dei membri fondatori della Nato”, ha poi aggiunto. Obama ha quindi voluto ringraziare tutte le autorità della Niaf presenti, oltre all’Ambasciatore italiano negli Usa, Giulio Terzi, e all’Ambasciatore americano in Italia, David Thorne, il Ministro della gioventù Giorgia Meloni , unico esponente del governo italiano.
Intenti della grande Kermesse annuale. Il gala di Niaf si tiene sempre a ottobre, mese in cui gli Usa celebrano il National Italian American Heritage, il contributo che gli immigrati italiani e la loro discendenza hanno dato alla crescita dell’America. Tra gli eventi messi in campo, le attività per la diffusione della lingua e della cultura italiana negli Usa e quelle per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità, con concerti e mostre. Si tratta, tra l’altro, di un’occasione per analizzare i dati dell’interscambio con l’export italiano cresciuto di quasi il 22 per cento nei primi otto mesi dell’anno.
I personaggi illustri investiti di riconoscimenti. Gli italiani che quest’anno hanno ricevuto riconoscimenti speciali dalla Niaf: il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, per le capacità di leadership dimostrate; Santo Versace, presidente della Versace Spa e Presidente del Board della Fondazione Operation Smile Italia Onlus; Claudio Bozzo, il piu’ giovane presidente dell’americana Mediterrean Shipping Company e l’industriale italiano Paolo Scudieri, amministratore delegato della Adler Plastic.
I temi affrontati da Obama. Ricordando l’importante ricorrenza del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia e la grande eredità che l’Italia ha lasciato negli Usa, Obama ha poi lanciato l’appello a far sì che ”questa eredità resti in vita per le prossime generazioni”. ”L’Italia – ha asserito Obama – e’ uno dei nostri maggiori alleati e già la prossima settimana lavoreremo insieme al G20 per prendere una serie di decisioni importanti per l’economia globale”. Egli ha poi ricordato il grande contributo svolto dagli italiani in America, citando Janet Napolitano e Leon Panetta, esponenti della sua amministrazione. Il presidente ha espresso grande considerazione anche per Nancy Pelosi, definendola ”il miglior speaker della Camera che abbiamo avuto e che mi auguro tornerà ad essere nel 2013”. Proprio la Pelosi aveva aperto la kermesse annuale della Niaf. Ha poi affermato, quasi in tono di scusa, “Non ho antenati italiani, non so cantare come Frankie Avalon, Michelle non mi lascia mangiare il secondo piatto, non so cucinare come le vostre nonne, l’unica cosa che posso offrire è un cognome che finisce per vocale”. Il tono si è quindi fatto più leggero e il presidente si è detto “happy to see so many amici”. Obama non ha perso l’occasione per ricordare gli italoamericani che hanno combattuto per gli Stati Uniti: “cosa sarebbe l’America senza gli italiani?”, ha detto ricordando Giovanni da Verrazzano e Cristoforo Colombo, Enrico Fermi e Frank Sinatra, Joe Di Maggio e Sofia Loren (“La mia preferita”, ha detto). “Cosa sarebbe la politica senza Machiavelli? Certo, forse qui a Washington abbiamo personalizzato troppo le sue teorie”, ha scherzato. Obama ha inoltre ricordato gli emigranti italiani arrivati nel corso degli anni negli Stati Uniti, soprattutto quelli del dopoguerra: “sono venuti in cerca di un’opportunità, senza avere molto, non erano ricchi. Ma avevano un’incrollabile speranza nelle possibilità americane, nel fatto di potere essere liberi e di potercela fare se ci avessero provato. Non è stato facile, non sempre sono stati i benvenuti”, ma sono poi diventati un esempio del sogno americano che ha spinto i genitori a volere il meglio per i propri figli.
Una celebrazione tout court dell’Italia. Una vera e propria esaltazione del genio italiano, quella espressa ieri dal presidente Usa. Del resto, a un anno dalle elezioni presidenziali del 2012, per Obama è di fondamentale importanza non perdere il consenso delle minoranze. Per l’ambasciatore italiano a Washington, Giulio Terzi di Sant’Agata, la presenza del presidente Usa “suggella un anno straordinario nelle relazioni tra Italia e Stati Uniti e costituisce un ulteriore segno di amicizia da parte del presidente americano”.
Maria Teresa Nunziata