Pietro Grasso è il nuovo presidente del Senato. L’ex procuratore antimafia e candidato Pd ha vinto alla quarta votazione il ballottaggio con il presidente uscente di Palazzo Madama, Renato Schifani, candidato Pdl. Il neo presidente di Palazzo Madama ha avuto 137 voti contro i 117 di Schifani. Le schede bianche sono state 52 e 7 le nulle. Decisivi, per l’elezione dell’ex procuratore nazionale antimafia sono stati i voti dei senatori del Movimento 5 Stelle. Una scelta che apre una prima crepa tra i grillini.
I senatori del MoVimento, su indicazione di Grillo, avevano scelto di non appoggiare né Grasso né Schifani: una decisione, però, raggiunta senza unanimità. E, così, in 12 hanno deciso di votare per Piero Grasso provocando l’ira di Beppe Grillo.
Grillo: Chi ha tradito si dimetta. I 12 voti dei sentori M5S che hanno blindato l’elezione di Piero Grasso alla presidenza del Senato non è piaciuta al leader dei grillini che chiede le dimissioni di tutti coloro che hanno appoggiato il candidato del Pd. Si sfogo con un post pubblicato sul suo blog. “Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto”, scrive Grillo. E continua. “Nel Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:
– Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze”. Una pratica che non è stata seguita dai grillini.
Il discorso di Grasso. “Mai come oggi la storia italiana si intreccia con quella europea e i destini sono comuni, mai come oggi il compito della politica è di restituire ai cittadini la coscienza di questa sfida”. “Quando ieri sono entrato per la prima volta da senatore in quest’aula mi ha colpito l’affresco sul soffitto. Riporta quattro parole che sono state sempre fonte di grande ispirazione per la mia vita: giustizia, diritto, fortezza e concordia. Quella concordia, quella pace sociale di cui il Paese ha ora disperatamente bisogno”.
Nel suo discorso di insediamento da presidente del Senato Grasso ha detto che la politica “ha bisogno di essere cambiata e ripensata dal profondo, nei suoi costi, nelle sue regole, nei suoi riti, nelle sue consuetudini, nella sua immagine, rispondendo ai segnali che i cittadini ci hanno mandato e ci mandano in ogni occasione”. “Sogno che quest’aula diventi una casa di vetro e questa scelta possa contagiare tutte le altre Istituzioni”.
“La nostra Carta costituzionale è considerata una delle più belle e moderne del mondo” ha aggiunto, sottolineando che ci troviamo “in un passaggio storico straordinario, abbiamo il diritto della responsabilità diindicare un cambiamento possibile, dobbiamo iniziare una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci”. “Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a farlo da questo scranno” ha detto il nuovo presidente del Senato, auspicando “che venga istituita una nuova commissione d’inchiesta su tutte le stragi irrisolte”.
“Giustizia e cambiamento, questa è la sfida che abbiamo davanti” dice. “Penso alle risposte che al più presto dovremo dare ai disoccupati, ai cassintegrati, agli esodati, alle imprese e a tutti quei giovani che vivono una vita a metà: hanno prospettive incerte, lavori, chi ce l’ha, poco retribuiti, quando riescono a uscire dalla casa dei genitori vivono in appartamenti che non possono comprare, cercando di costruire una famiglia che non sanno come sostenere”.
“Chiudo ricordando cosa mi disse il capo dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo AntoninoCaponnetto, poco prima di entrare nell’aula del maxi processo contro la mafia: ‘Fatti forza ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienza’. Sono certo che in questo momento e in quest’aula l’avrebbe ripetuto a ciascuno di noi”.
EuBer