TOPSHOTS The leader of the leftist Syriza party, Alexis Tsipras, listens to a question during a televised press conference on January 23, 2015 at the Zappion Hall in Athens. Greeks vote on January 25 in a general election for the second time in three years, with radical leftists Syriza leading the polls with a promise to renegotiate the international bailout that has imposed five years of austerity on the country. AFP PHOTO/LOUISA GOULIAMAKI

Grecia, accordo “va nella giusta direzione”. Ma complicazioni con i migranti

Piove sempre sul bagnato. Mai detto fu più vero in questo momento per la Grecia. Perché se da una parte il Paese ellenico ha (quasi) risolto il problema finanziario con i creditori (almeno dal lato politico), dall’altra le complicazioni dovute dall’immigrazione rischiano di creare non poche difficoltà. Dopo che ieri la Grecia e i suoi creditori hanno raggiunto un accordo sul terzo bailout, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, avrebbe suggerito a Tsipras un prestito ponte per coprire i pagamenti più urgenti e continuare a lavorare in modo più accurato sul terzo piano di aiuti alla Grecia. Questo ieri. Oggi, in attesa di far conoscere “entro la fine della settimana” la propria posizione, Berlino ammette che l’accordo raggiunto “va nella giusta direzione”. L’intesa è “un risultato sostanziale – ha detto in un briefing il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert – se si considera che abbiamo passato mesi in queste discussioni”. Ed è “vero – ha continuato Seibert, secondo il quale il memorandum contiene misure “importanti” – che il governo greco è stato costruttivo e orientato al risultato nei colloqui con le istituzioni. I negoziati sono avvenuti in un’atmosfera mai vista nei mesi precedenti”. Per questo, ha concluso il portavoce, “si può dire che l’accordo va nella giusta direzione”, anche se “al momento non è ancora possibile dire se siamo al punto in cui possiamo iniziare il processo nazionale, vale a dire convocare il Bundestag per il voto”. Anche il premier ellenico è alquanto ottimista sull’accordo. Tsipras infatti si è detto “fiducioso” sulla conclusione dell’accordo raggiunto ieri. Il primo ministro ha parlato dopo che l’esecutivo ha presentato al Parlamento la bozza di intesa con Ue, Bce, Fmi ed Esm, sottolineando tra l’altro il fallimento di chi, nella zona euro, “aveva un piano nascosto per ristrutturare l’eurozona servendosi della Grecia”. Dunque, parrebbe che almeno questa situazione stia navigando verso lidi più sereni e probabilmente si raggiungerà un accordo soddisfacente per entrambe le parti.
Ma per il premier greco non c’è tregua. Da ieri l’isola di Kos è sotto scacco dei migranti e nella notte tra l’11 e il 12 agosto sono scoppiati tafferugli fra un migliaio di migranti e gli agenti del posto. Le forze dell’ordine hanno quindi deciso di chiudere le persone nello stadio dell’isola, dopo diverse ore di disordini. La situazione è delicata perché Kos è diventata da alcuni mesi il punto di arrivo di migliaia di profughi. Si pensi che su 30 mila abitanti ci sono 7 mila migranti e che ne arrivano quotidianamente dalle 600 alle 800 persone. Attualmente, l’isoletta è al collasso e ieri il primo cittadino, Giorgos Kyritsis, aveva chiesto aiuto chiedendo l’assistenza immediata da parte del governo. Richiesta esaudita: la polizia greca (Elas) ha inviato un contingente supplementare di agenti sull’isola per aiutare le autorità locali a far fronte alle tensioni esplose ieri. Ma la situazione potrebbe precipitare, e non solo a Kos. Infatti, anche Chios e Lesbo sono diventate le mete preferite dei migranti, oltreché di molti turisti. Quest’ultima poi è stata trasformata in centro di accoglienza permanente. Se l’esecutivo ellenico non dovesse fare nulla, i turisti potrebbero iniziare a dileguarsi o a non arrivare proprio, con conseguenti ulteriori perdite per l’economia. Già a fine maggio, secondo il Daily Mail, alcuni turisti inglesi si erano lamentati per la presenza dei profughi sottolineando come il posto sia ormai “un inferno”. A luglio ben 50mila rifugiati hanno raggiunto le isole greche, ha detto il direttore dell’Alto Commissario per l’Europa, Vincent Costel. Un bel problema se si considera che solo nel 2014 la Grecia ha attratto 24,5 milioni di turisti, contribuendo al Pil per il 18%.

Alessandro Moschini

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