Grecia approva pacchetto d’austerità, Samaras: “Ora voltiamo pagina”

La Grecia ha approvato il pacchetto d’austerità, tra il plauso del presidente Samaras per il quale finalmente ora la sua nazione può voltare pagina. “La Grecia ha fatto un passo decisivo verso la ripresa economica, passo per il quale sono contento”. Il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, ha detto invece che ora “cominciano le difficoltà”, ed ha lasciato intendere che non sarà facile mettere in atto le misure ed ha invitato “ l’Europa a fare il suo dovere come è stato chiesto ai greci di fare il proprio”.

“La nostra attenzione sarà ora concentrata a lunedì prossimo, quando sarà presentato il Bilancio dello Stato” ha aggiunto Samaras spiegando che “unico nostro obbiettivo e mio personale è quello di dare al popolo il diritto allo sviluppo, di ridare il sorriso alla gente e ciò può accadere con il lavoro, gli investimenti, le privatizzazioni. Iniziative che invieranno un messaggio all'interno e all'estero: la Grecia volta pagina", ha sottolineato.

Il pacchetto si austerità è stato approvato ieri mentre fuori continuava la guerriglia tra manifestanti e polizia dopo la settimana di scioperi in tutti i settori che hanno paralizzato il paese.   E’ stato un voto sofferto – 153 quelli a favore, 128 i contrari e 18 astenuti – e contestato anche dal minore dei tre partiti della coalizione, Sinistra Democratica (Di.Mar) di Fotis Kouvelis, i cui deputati erano presenti in aula ma non hanno votato. Il nuovo pacchetto – sotto forma di un disegno di legge in 600 pagine – si abbatte come una scure sul Paese, arrivato al quinto anno consecutivo di recessione e con una disoccupazione al 25%. Salari, pensioni, sussidi vari e impiegati statali saranno infatti ancora una volta le principali vittime dei tagli di bilancio tesi a risanare le disastrate finanze della Grecia.

La nuova Finanziaria ellenica di medio termine (2013-2016) abolisce tutti i bonus extra per pensionati e dipendenti statali, introduce nuovi tagli sino al 25% alle pensioni e allo stesso tempo riduce sino al 27% i cosiddetti “stipendi speciali” (polizia, magistratura, forze armate, personale medico degli ospedali statali, docenti universitari, diplomatici) fino al 27%, mentre spiana la strada per il licenziamento di 2.000 statali e l’abolizione della previdenza sociale fornita dallo Stato che sarà sostituita da indennità collegate al reddito. In particolare, il pacchetto abolisce il pagamento di tutti gli extra nei salari dei dipendenti del settore pubblico, introduce un taglio retroattivo (al primo luglio scorso) dal 3 al 27% agli "stipendi speciali", congela – dal primo gennaio 2013 alla fine del 2016 – il pagamento di tutti gli incentivi di produzione agli statali e fissa un tetto massimo di 1.900 euro per i salari di tutti i dipendenti di agenzie ed enti delle amministrazioni pubbliche. Il ddl prevede inoltre il taglio delle retribuzioni dei dipendenti dei comuni e delle regioni, nonché ulteriori tagli ai salari dei dipendenti dei ministeri.

In base al pacchetto, le pensioni del settore privato saranno ridotte sino al 25% mentre sarà pure innalzata di due anni (da 65 a 67) l'età pensionabile, saranno aboliti i bonus extra per i pensionati statali, e saranno pure abolite le pensioni dei parlamentari e delle autorità comunali che saranno eletti d'ora in poi. Il disegno di legge prevede cambiamenti nelle prima rigide relazioni di lavoro nel settore pubblico e consentirà il licenziamento o il trasferimento in altri posti dei dipendenti statali il cui ente sia stato abolito. Da ciò il governo si aspetta di poter ridurre la forza lavoro degli statali di circa 2.000 unità entro quest’anno.

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