Il nuovo governo guidato da Alexis Tsipras ha effettuato stamattina il giuramenton ad Atene durante il quale alcuni ministri hanno preferito il rito civile mentre altri quello religioso ortodosso. Comunque dalla formazione, annunciata nella tarda serata di ieri, emerge una forte continuità con il governo Tsipras I. In sostanza, è un esecutivo con poche novità: Euclid Tsakalotos, l’economista che ha firmato il pesante memorandum tra la Grecia e i creditori internazionali, viene confermato al cruciale dicastero delle Finanze.
Vicepremier dello Tsipras bis è nuovamente Yannis Dragassakis. Nella lista c’è anche il ministro supplente delle Finanze Giorgos Choularakis (aveva l’interim a questo portafoglio nel governo pro-tempore di Vassiliki Thanou), che si occuperà dell’applicazione delle riforme previste dal memorandum e dei rapporti con la troika. Altro ministro supplente delle Finanze, Tryfonas Alexiadis. Tra i ministeri più importanti: Nikos Kotzias agli Esteri, Panos Kammenos alla Difesa, Giorgos Stathakis all’Economia, Panagiotis Kouroumblis agli Interni. Ministro alla Presidenza del Consiglio Nikos Pappas. Ioannis Mouzalas resta ministro dell’immigrazione. Secondo i media, la trattativa si è incagliata su alcuni ministeri, in particolare quello dell’istruzione. Tsipras ha deciso oltretutto di ‘spacchettare’ diversi ministeri che a gennaio aveva unificato, ma senza che la loro efficienza migliorasse.
Concluso il giuramento, il nuovo governo dovrà subito mettersi in azione, soprattutto sul cruciale capitolo dell’applicazione delle riforme previste dal memorandum, in vista della verifica dei creditori a metà ottobre. Tsipras dovrà poi recarsi a Bruxelles dove lo attendono i capi di stato e di governo dell’Ue per il vertice straordinario sull’immigrazione, insieme al confermato ministro Mouzalas. E’ anche previsto un incontro con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker prima dell’inizio dei lavori. Tra le priorità del Governo Tsipras II c’è prima di tutto quello del’immigrazione (la situazione in Grecia è tuttora drammatica) poi si dovrà pensare a come rimettere in moto l’economia.