Dopo il via libera del governo greco alla proposta del premier George Papandreou di sottoporre a referendum il pacchetto di aiuti delle’Ue per salvare l’economia ellenica l’esecutivo nei prossimi giorni potrebbe già fissare la data della consultazione referendaria. Sicuramente si terrà entro la fine del 2011. Secondo il ministro degli Interni di Atene, Haris Kastanidis i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sul piano salva Grecia nel mese di dicembre.
“C’è una possibilità di organizzare il referendum prima di gennaio, a dicembre”, se la Grecia ed i partner internazionali raggiungeranno un’intesa sulle modalità del secondo piano di aiuti più rapidamente di quanto previsto, ha spiegato Kastanidis, parlando alla tv di Atene. La notte scorsa, al termine di una riunione straordinaria durata sette ore, il governo aveva approvato all’unanimità la convocazione di un referendum sugli aiuti, secondo quanto annunciato a sorpresa dal premier Papandreou, da tenersi “al più presto possibile”, aveva detto il portavoce dell’esecutivo, Ilias Mossalios. Insomma appena sarà formulato nei dettagli il piano di aiuti sarà indetto il referendum.
“Il referendum fornirà un mandato chiaro, ma anche un messaggio chiaro all’interno e all’esterno della Grecia – ha dichiarato Papandreu alla riunione, secondo quanto riportato in una nota – sul nostro impegno europeo e la nostra appartenenza all’euro”. “Dobbiamo fare in modo – ha aggiunto – che le cose siano chiare da tutti i punti di vista, e io dirò al G20 che si dovranno finalmente adottare delle politiche che garantiscano che la democrazia sia mantenuta al di sopra degli appetiti dei mercati”. Secondo il leader ellenico, i suoi colleghi europei, “sono stati avvisati” dei suoi piani e “rispetteranno e sosterranno” gli sforzi del Paese. L’ annuncio a sorpresa del referendum, in realtà, ha ulteriormente indebolito Papandreu, minato dalla fronda di diversi parlamentari socialisti e con appena due voti di maggioranza in Parlamento. L’ accordo europeo del 27 ottobre prevede che le banche creditrici della Grecia accettino di ridurre della metà il valore delle obbligazioni del debito greco possedute, nonché un sostegno finanziario degli Stati europei alla Grecia, schiacciata dal debito e dalla recessione causata dai successivi piani d’austerità. In cambio, prevede un rafforzamento del controllo dei creditori sui mercati, una accelerazione del programma di privatizzazione e il perseguimento delle severe misure d’austerità introdotte nel 2010. Il dibattito al Parlamento di Atene comincerà oggi.