Grecia, Tsipras si dimette: ‘La parola al popolo’

Tsipras si dimette e la Grecia va ad elezioni anticipate, probabilmente, il prossimo 20 settembre. Il premier greco ha fatto l’annuncio delle sue dimissioni nel corso di un discorso in diretta tv. Il premier richiede, con la vittoria delle elezioni, un forte mandato del popolo per continuare l’opera riformatrice, della quale rivendica i meriti, per fare uscire la nazione dall’austerità. Tsipras vuole dimostrare che Syriza è al suo fianco per ottenere la forza politica necessaria per migliorare il più possibile l’accordo firmato con i creditori, ed ha scelto di non passare per la verifica parlamentare non chiedendo il voto di fiducia. Una decisione che sembra sostenuta dalla Ue che auspica un governo forte che porti avanti il programma di riforme. La Grecia va dunque al quinto voto politico nel giro di poco più di un anno, nel giorno in cui arrivano i primi 13 miliardi dall’Esm, e all’indomani del voto cruciale del Parlamento tedesco che dà il via libera definitivo al mega-prestito da 86 miliardi di euro in cambio di nuove e stringenti misure di austerità. Una mossa, questa del voto anticipato, che serve a Tsipras a non dare tempo alle opposizioni di organizzarsi, ma soprattutto a evitare che il blocco di Piattaforma di Sinistra, interno a Syriza e che ha votato contro gli accordi con i creditori, abbia tempo di separarsi dal partito e consolidarsi, rappresentando una minaccia alle urne. Il premier conta infatti sulla sua perdurante popolarità, visto che negli ultimi sondaggi oltre il 60% dei greci ne approva l’operato, nonostante la mancata promessa sulla fine dell’austerità. E le misure votate dal Parlamento, notano gli osservatori, non hanno ancora iniziato a farsi sentire sulla già provata società greca. ‘Andrò dal presidente della Repubblica a presentare le dimissioni. Il mandato che ho ricevuto il 25 gennaio ha fatto il corso. Ora il popolo sovrano deve decidere, voi dovete decidere se siamo riusciti a portare il paese su una strada positiva, voi dovete decidere se siamo in grado di portare il paese all’uscita dal memorandum, se abbiamo avuto coraggio nel negoziato’, ha affermato il premier, sottolineando che con l’arrivo dei primi finanziamenti internazionali si entra nella fase finale di questa difficile situazione. ‘Voi ci giudicherete così come giudicherete quelli che hanno proposto il ritorno alla dracma o che hanno continuato a servire il vecchio sistema. Ma io ho la coscienza a posto, in questi mesi ho combattuto per il mio popolo. Daremo battaglia sino all’ultimo per evitare i licenziamenti collettivi e reintrodurre i contratti collettivi di lavoro’. Il leader di Syriza ha ricordato che con il suo governo sono state riassunte le donne delle pulizie licenziate dallo stato, sono tornati al lavoro gli impiegati amministrativi delle università ed i guardiani delle scuole.  Parlando della difficile intesa raggiunta a luglio con i creditori, il primo ministro ha spiegato ai suoi connazionali che il nuovo piano di aiuti ‘non è quello che volevamo ma era il migliore che potessimo ottenere date le circostanze’, ed ha citato le ‘vittorie’ ottenute del tavolo negoziale, tra cui il surplus primario allo 0.25% invece che al 3 inizialmente voluto dalla troika, e i licenziamenti dei dipendenti pubblici ormai diventati una cosa del passato. ‘Siamo obbligati a rispettare l’accordo ma senza che siano colpite le classi meno abbienti’. La parola ora passa al presidente della repubblica Prokopis Pavlopoulos perché la prassi prevede che il capo dello Stato affidi brevi mandati esplorativi al partito arrivato secondo alle elezioni (Nuova Democrazia) e quindi al terzo (i neonazisti di Alba Dorata) per vedere se è possibile formare un altro governo. Ma ci si aspetta che entrambi rinuncino. Nuova Democrazia sa bene di non disporre di reali possibilità per poter ambire ad un ritorno nel governo del paese. L’esponente di Alba Dorata, Illias Kassidiriaris, rinviato a processo insieme a quasi tutto il gruppo dirigente della sua formazione neonazista e xenofoba, ha previsto un forte aumento delle percentuali del suo partito. La guida ad interim dell’esecutivo che porterà il Paese al voto verrà assunta dal presidente della Corte suprema, signora Vassiliki Thanou. Intanto l’Europa sembra reagire con favore all’annuncio, pur non entrando nel merito. ‘Rapide elezioni in Grecia possono essere un modo per ampliare il consenso per il programma Esm di sostegno alla stabilità appena firmato dal premier Tsipras a nome della Grecia’, ha commentato su Twitter Martin Selmayr, il capo gabinetto del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. E per la portavoce dell’esecutivo Ue Annika Breidthardt un ampio sostegno per il memorandum d’intesa sul terzo piano di aiuti e il rispetto degli impegni saranno la chiave per il successo.

Roberto Cristiano

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