Yanis Varoufakis passa all’offensiva e attacca, pesantemente, i suoi creditori definendo Bce, Fmi e Commissione europea come dei “terroristi”. Siamo in netta evoluzione, giorni fa li aveva definiti “criminali”. Non solo, perché li accusa anche di voler “umiliare i greci”. Ma per Matteo Renzi “gli italiani non devono avere paura” della crisi greca. Se prima Italia e Grecia “erano compagni di sventura, ora non è più così”. L’esito del referendum è ancora incerto però, così come è incerto ciò che potrebbe succedere dopo il voto. Se dovesse vincere il sì, potrebbe avvenire la così tanto acclamata Grexit. La Grecia batterebbe il record di primo paese a uscire dall’Ue e potrebbe fungere da apripista per gli altri paesi/partiti che ci stanno pensando. Se vince il sì. In caso contrario, il paese ellenico si potrebbe trovare in vantaggio nei confronti dell’Europa e riformulare un miglior accordo. Proprio per questo, alla vigilia del referendum, il ministro delle Finanza Varoufakis è passato all’attacco per smuovere un po’ le acque e portarne un po’ verso il suo mulino. Ha infatti denunciato, in un’intervista al quotidiano spagnolo ‘El Mundo’, che “quello che fanno con la Grecia ha un nome, terrorismo”. Il ministro ha ribadito che si dimetterà se i Greci voteranno sì e che un default della Grecia costerà un trilione di euro. Ciò che vuole Bruxelles e la troika “è che il sì vinca per poter così umiliare i greci”. Il ministro si dice poi “assolutamente e completamento certo che, qualunque sia l’esito del referendum, lunedì ci sarà un accordo e martedì riapriranno le banche”. Ma “l’Europa ha bisogno di un accordo, la Grecia ha bisogno di un accordo” e dunque “arriveremo ad un accordo”. Invece, sostiene il ministro delle Finanze, “se vincerà il no, il premier Alexis Tsipras disporrà delle armi per riuscire a negoziare un accordo migliore”. Non un accordo “fantastico”, ovviamente, ma nemmeno “tanto negativo come quello che ci propongono”.
Intanto l’Italia tiene gli occhi puntati sulla Grecia. E mentre la politica italiana si divide tra il sì e il no, Matteo Renzi cerca di mandare messaggi rassicuranti. “Gli italiani non devono avere paura” afferma il Premier italiano al Tg5. Se prima Italia e Grecia “erano compagni di sventura, ora non è più così”, spiega ancora. “Noi siamo quelli che risolvono i problemi, non il problema”. Tre-quattro anni fa “eravamo il problema” insieme alla Grecia, “compagni di sventura”. E “dicevano sempre Grecia e Italia, Italia e Grecia, Grecia e Italia…ma adesso non è più così. Noi siamo dalla parte di quelli che cercano di risolvere il problema, non siamo il problema”. Sta di fatto che il rapporto debito/Pil italiano non è molto lontano da quello greco (135% noi, 175% loro secondo l’Fmi). Ma soprattutto l’uscita della Grecia dall’eurozona costerebbe all’Italia ben 11 miliardi, secondo Standard&Poor’s.
Alessandro Moschini